Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      318 storia fiorentina. , [1530Jsuo, acciocché egli di cosi gran benefizio gli dovesse avere obbligo, e più agevolmente con esso seco e con l'Inghilterra collegarsi. Questa nuova, mandata dall'orator Carduccio, fu avvisata con somma diligenza: il qual Carduccio scriveva, il re avergli fatto intendere spontaneamente, che pure era venuto il tempo ch'egli potrebbe aiutare e soccorrere Firenze; il che fece, che molti pensando che i Fiorentini dovessero alla fine restar vincenti, cominciarono parte a pentirsi d'avergli offesi, e parte a cercare d'amicarsegli. E tra gli altri, i signori di Vernio, dell'antichissima famiglia de'Bardi, fecero sentire alla Signoria, ch'eglino, s'ella voleva perdonar loro, s'ado-pererebbono in prò della repubblica, e farebbono ogni sforzo che Prato si racquistasse; ed i marchesi Iacopo e Giovanni Malespina si profferirono di voler mandare, per riavere non so che loro castella, cinquecento buoni fanti in soccorso della città.
      CIV. A queste cosi vane e cosi incerte speranze se n'aggiunse1 un'altra di molto maggiore incertezza e vanità, la quale fu questa : uno Spagnuolo del campo cesareo, essendo in sulla riva d'Arno non lunge dalla porta a San Friano col-l'archibuso, veduto un'aquila ferma, le trasse, e la colse per ventura in una dell'ale; perchè ella levatasi a volo il meglio che poteva, si rifuggi in Firenze sempre lungo l'acqua, onde fu presa da un pescatore, e presentata al capitano Ridolfo d'Ascesi che era alla guardia di quella porta: ed egli non pensando più oltre, le fece tirare il collo, e squartare per mangiatasi: ma la Signoria, inteso questo fatto, volle, poiché non poteva averla intera, vedere il capo, e a Cristofano da Santa Maria in Bagno, chela portò, diede di mancia quattro ducati d'oro, avendo ciò per felicissimo augurio in favore della città, e tristissimo m disfavore degli Imperiali, portando l'im peradore l'aquila nello stendardo; né si ricordavano di quell'altro, il quale fu, che una mattina, innanzi venisse l'esercito, essendo la Signoria alla messa in San Giovanni, cadde dalle finestre dinanzi del Palazzo una bandiera, nel mezzo della quale era a traverso una striscia, dov'èra scritto a let-
      1 II Ms. P: te n' arrogò.


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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