Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      314 storia fiorentina. , [1530Jil partito, e mandò a dire che chiunque volesse restare, restasse, eccetto però le donne pubbliche; ma anco di queste non partirono se non trentasei o quaranta, le più vecchie e schife, le quali s'erano ragunate a Santa Caterina, e uscirono tutte meste e dolenti per la porla a San Gallo il secondo di del mese. Fu da molti questa pietà empia e crudele riputata; ma la ragione voleva che ciò nel principio dell' assedio si facesse, quando si potevano mandare a Pisa sicuramente, dove si trovava copia grandissima di frumento; la qual cosa se fatta si fosse, sarebbe per avventura stata cagione di salvar la città; ma ella non si fece forse perchè, oltre l'essere in cotali tempi bocche disutili coloro che esercitare l'arme o i magistrati non possono, e una repubblica debole e disunita va a rilento nel proporre più che nel vincere partiti così gagliardi; era invecchiala un' opinione, che le mura di Firenze fossero que'monti i quali quasi di ognintorno la serrano, e che un esercito piccolo non potesse assediarla per essere piccolo, e un grande non potesse dimorarvi per la difficoltà e carestia delle vettovaglie.
      C. Agli quattro in lunedì fu impiccato alle finestre del bargello, dintorno alle quattordici ore, Lorenzo di Tommaso Soderini, condannato a così vituperosa morte dalla Signoria, da'Dieci e dagli Otto con ventisei fave nere; chè un solo gliele diè bianca. Costui quando fu rimosso dalla potesteria di Prato per le cagioni che furono dette di sopra, per isdegno o per altro si lasciò corrompere da Baccio Valori, e si disse poi, ch'egli era ito a favellare al papa nascosamente in Bologna; in qualunque modo, egli teneva ragguagliato Baccio di tutte le deliberazioni che si facevano in Firenze, e fu scoperto a caso, o, come affermavano i frati, miracolosamente; perciocché andando Dante a spasso con uno stuolo de'suoi seguaci, benché altri diversamente la raccontino, gli venne veduto nella Via Larga un contadino molto grande della persona, e gli disse, senza saperne cosa alcuna, tu sei spia; ed egli come colpevole, pensando fussono iti a posta per pigliarlo, prima ammutolì, poi, minacciato da loro, confessò che portava lettere di Lorenzo Soderini a Baccio Valori, rinvolgendole e nascondendole nelle parti di sotto. Dante, conferito la cosa col gonfa-


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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