Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      310 . storia fiorentina. [1530]se battere Volterra da quella parte, aveva fatto molti ripari e grandi, siccome sono ritirate, fossi larghi e cupi ; ne' fondi de' quali aveva fatto mettere molte tavole, nelle quali erano confitti certi aguti colle punte allo 'nsù che avanzavano sopra le tavole. Ma, o fosse per sorte, o veramente che il Marchese avesse avuto avviso che quel luogo era molto fortificato, egli cominciò la mattina de' quattordici giorni di giugno a far la batteria presso il monistero di San Lino, dove il Ferruccio non aveva fatto fare riparo alcuno, non credendo che il Marchese dovesse batter la città da quella banda, e anco perchè in quel luogo era carestia di terreno, di maniera che malagevolmente gli si poteva far ritirate o altre fortificazioni, e la muraglia in quella parte era anche cattiva; sicché in pochi colpi gettarono in terra la torre della porta a Sant' Agnolo, e circa sessanta braccia di muro ; onde i soldati del Ferruccio tolsero certe balle e sacca piene di lana, e forzieri e casse e altre robe che i Volterrani avevano sgomberate nel monaste-rio di sopra detto, e con esse e con quel poco di terra che era in quel luogo, cominciarono a fare un poco di riparo. In questo tempo sopraggiunse il Ferruccio col nervo de'suoi soldati a piede e con i cavalleggieri armati colle loro lance, pure a piede, e con alcuni Volterrani, una parte de' quali attendeva sollecitamente a fare il riparo di sopra detto e l'altra a difendere la batteria : nella quale fazione furono gettati per terra certi alfieri di quelli del Ferruccio dalle balle di lana le quali erano percosse dall' artiglierie dei nimici, ed il capitano Goro da Montebenichi vi fu fedito d'un' archibusata nel corpo, ed il Ferruccio stesso vi fu fedito in duo luoghi, cioè in un ginocchio ed in una gamba, da i sassi eh.' erano spezzati dall'artiglierie de'nimici. Nondimeno quando i nimici vennero a dar l'assalto alla batteria, il Ferruccio senza farsi medicare altrimente le sue fedite, le quali non erano di poca importanza, si fece in sur una seggiola porre appresso alla batteria e quindi dava animo a' suoi soldati ed a' Volterrani e confortavagli a portarsi valorosamente, di maniera eh' essi difesero francamente la batteria, ed i nimici colla morte e colle fedite di molti di loro si ritirarono indietro con poco onore. Perchè il Marchese deliberò di battere di nuovo la città


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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