Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      nato seco ; perchè egli sdegnato, chiamò i quattro capitani di sopra detti delle sue compagnie, e comandò loro segretamente, che la mattina seguente all' aprir delle porte, senza toccar tamburo e senza "strepito, si ritrovassero in ordinanza alla Porta di San Giusto, ed entrassero dentro, ed andassero alla volta della piazza de' Priori, e che ciascuno de' capitani pigliasse un canto di quella, e vi mettesse la sua insegna. Perchè il capitan Goro prese la bocca della strada della Via Nuova che sbocca in piazza, e la porta del palazzo de'Priori: laonde quella banda di soldati volterrani eh' era alla guardia della -piazza, cominciò a domandare i soldati del commessario Covoni, e dir loro : Che volete? che volete? da i quali fu loro risposto, siccome era stato loro comandato dal commessario di sopra detto che rispondessero: Vogliamo, come soldati della Signoria di Firenze che noi siamo, alloggiare in questa terra. Perchè quei Volterrani eh' erano alla guardia dell^ piazza, veggendo che i soldati del commessario avevano prese tutte le bocche e passi della piazza, s'uscirono della guardia di quella, ed alla sfilata se n'andarono con furia, col-l'armi abbassate, alla porta del palazzo per entrargli dentro per forza; perchè i soldati del capitan Goro cominciarono, per non perder quella porta ch'eglino avevano presa, a combattere con i Volterrani, de' quali ne furono uccisi due dal capitan Goro con uno spadone a due mani, i quali erano fratelli, ' e colle picche basse innanzi agli altri, cercavano di pigliar per forza la porta di sopra detta; perchè gli altri Volterrani, i quali erano prima alla guardia della piazza, si partirono di quivi senz'altro strepito, e se n'andarono alle case loro, e il capitano della fortezza, il quale era Francesco della Brocca Corso, avendo sentito questo romore, fece trarre certi colpi d'artiglieria al palagio de' Priori ; perchè eglino cominciarono dalle finestre a raccomandarsi al commessario e al capitano della terra e a Messer Bardo Altoviti, il quale era in piazza con esso loro, pregandogli che gli lasciassero uscire sicuri di palagio a far parlamento con loro: il che ottennero.
      * Il Canooico Parelli cella sua Seconda Calamità Volterrana, pubblicata nel tomo III della Appendice dell'ircAicio Storico Italiano, li chiama Simone e Pietro maestri muratori.


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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