Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      [1530]LIBRO UNDECIMO,
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      nome del papa, tra' quali v'andņ Guglielmo di Piero Martelli, il quale dal governo d'Ascesi, eh' egli ebbe poi da papa Clemente, fu ed č ancora chiamato per soprannome il Governatore. Per la qual cosa Bernardo Giachinotti e Domenico suo figliuolo, con molt' altri Fiorentini che quivi si ritrovavano, furono costretti a fuggirsi, e si ritirarono a Castel Sant'Agnolo: ma tutti si partirono fra pochi giorni, perchč il duca d'Urbino, fatto domandare da loro se vi potevano stare sicuri, aveva risposto, che il papa gli poteva comandare ; e se n' andarono a Vinegia. Niccolaio d'Antonio da Fili-caia, capitano del Borgo, si rimase nella rócca, la quale era munitissima.
      LXXV. I Fiorentini veggendosi di tutto '1 contado e distretto loro d'intorno intorno spogliati, eccetto solamente che di Pisa e di Volterra, ed essendo non meno dalle frodi degli amici che dalle forze de'nemici combattuti, e non venendo di Francia altro che promesse quando il re riauto avesse i figliuoli, nč volendo cedere alla fortuna, se prima non la sperimentavano coli'arme; si risolvettero dopo lunghe pratiche, per non si ridurre all' ultimo estremo, mancando oggimai loro tutte le cose, di mandare pel Ferruccio, il quale per le molte e maravigliose prodezze da lui fatte, le quali poco di sotto si racconteranno, s'aveva acquistato per tutto nome non solamente d'ardito e valoroso soldato, ma di prudentissimo e fortunatissimo capitano. Laonde avendolo di nuovo eletto a commessario generale di Volterra e di tutta la campagna del dominio fiorentino, gli diedero la maggiore autoritą e balia che avesse mai cittadino alcuno da repubblica nessuna, infino a poter donar le cittą a chi bene gli venisse, e fare accordo co' nimici in quel modo e con quelle condizioni che pił gli paressero e piacessero. La com-raessione era, eh' egli lasciata guardata Volterra, si trasferisse a Pisa per la via di Livorno quanto potesse prima, e quivi congiuntosi col signor Giovampagolo Orsino, e fatto pił fanti e pił cavalli che possibile gli fosse, lasciasse otto insegne per guardia, e se ne venisse col restante verso Firenze, facendo la strada di Pistoia e di Prato; e in caso che gli venisse fatto di pigliare per la via l'una o l'altra, si
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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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