Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      [f 530] libro undecimo. 241
      desse più avanti ; onde egli se ne tornò alla sua legazione in Ferrara, e l'imperadore se n'andò alla volta di Trento a gran giornate, per ritrovarsi alla dieta da lui ordinata in Augusta, si per dover far eleggere Ferdinando suo fratello a re de'Romani, come egli fece, benché con molti disturbi d'altri, e grandissimi travagli suoi, e si ancora per concordare (dubitando della tornata del Turco) le discòrdie de' Luterani, le quali andavano aumentandosi ogni giorno più, ed essi crescevano tuttavia cosi d'autorità e di potenza, come di numero. Per la qual cosa aveva il papa mandato in Germania pochi giorni innanzi messer Pietro Paolo Vergerio giureconsulto suo nunzio, e allora insieme coli' imperadore vi mandava il cardinal Campeggio per legato, con facoltà che potesse promettere eziandio il concilio, quando però conoscesse chiaramente, che mediante il concilio o generale, o nazionale, si dovesse spegner del tutto la setta di Lutero, senza diminuimento dell' autorità e podestà della Santa Sedia Apostolica; il che era tanto, quanto dire che noi promettesse ; conciossiacosaché l'odio di Martino e de' suoi seguaci, perché tutti si chiamavano Luterani, sebbene erano tra loro divisi in più sètte non solo diverse l'una dall' altra, ma contrarie, era non minore contra l'autorità e potestà de'pontefici, che contra i costumi e gli abusi de'sacerdoti.
      XXXVII. Lasciò l'imperadore tutta l'Italia piena di grandissimo sospetto, perciocché, sebbene egli era riuscito non mica barbaro ed efferato, come se l'erano immaginato le genti per le crudeltà fatte da' ministri e soldati suoi, ma co-stumatissimo e benigno molto; e sebbene aveva, oltre il credere di molti, renduto lo Stato di Milano al duca, si conosceva però da chi vi badava, che i suoi pensieri non erano fermi, e eh' egli aspirava a cose grandi ; e si pensava dagli uomini speculativi, i quali avevano osservato i modi e l'azioni sue, che non fosse stato fatto a caso e senz' arte, l'aver egli cosi piacevolmente accarezzato ognuno, e cercato con ogni industria e amorevolezza di farsi benevoli e obbligati tutti coloro i quali potevano o aiutare l'imprese sue o impedirle; perciocché egli per menarselo con esso seco, avevavarchi. — 2. 21


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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