Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      240 storia fiorentina. [1&29-1530]di marzo, e dopo le solite cirimonie col papa, fecero un compromesso generale di tutte le loro differenze di ragione e di fatto nella persona di Cesare. A che il duca condiscese volentieri, perciocché avendo egli presentato di danari, d'argenterie e d'ogni sorta di grasce i ministri dell' imperadore grossissimamente e quasi ogni giorno, n' aveva certissime speranze e promesse larghissime riportato ; ed il papa vi si lasciò tirare per due cagioni: la prima, perchè non essendo dubbio che la città di Ferrara, secondo le leggi de' feudi, non fusse ricaduta alla Sedia Apostolica, si pensò che Alfonso s' avesse a contentare, e a Carlo dovesse parer di far pur troppo, se lasciato Ferrara al duca, facesse restituire Modona e Reggio alla Chiesa : la seconda e più potente fu, che Cesare gli disse di sua propria bocca, che farebbe vedere diligentissimamente le scritture dell' una parte e dell' altra, e trovando che '1 papa avesse ragione, loderebbe, e gliene farebbe fare, consegnandoli come sue quelle due città; ma se trovasse il contrario, e che la ragione fosse dalla parte del duca, in tal caso lascerebbe spirare il compromesso senza giudicare qual di loro s'avesse o torto, o ragione: e cosi gli diede la sua fede che farebbe, non si vergognando nè l'imperadore di promettere al papa, nè il papa accettare dall' imperadore così brutta e tanto non solamente ingiusta, ma disonesta condizione, la quale egli in ogni modo poi non mantenne.
      XXXVI. Per l'osservanza del lodo rimisero Modona nelle mani dell' imperadore, il quale agli ventidue si parti, e se n' andò a Mantova, dove intertenuto con grandissimo onore, fece Federigo con tutti i suoi descendenti di marchese, duca, e riceuto nuova quantità di pecunia concedette ad Alfonso in feudo perpetuo la terra di Carpi. A Mantova per interposizione del duca di Ferrara doveva andare messer Galeotto Giugm per vedere d'accordare separatamente dal papa col-T imperadore, e i Fiorentini gli avevano fatto amplissimo a libéralissimo mandato a poter convenire con sua maestà, solo che non si toccasse la libertà, e si restituisse tutto il dominio ; ma quando egli fu vicino a Mantova, gli fu fatto significare dal medesimo duca, che per buon rispetto non proce-


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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