Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      [1529-1530] libro undecimo. -233
      celli, correndo tutto il campo a vedergli, chè s'era convenuto, die insino non tassino davanti al principe, non si dovesse trarre artiglierie nè grosse nè minute da nessuna delle parti, e così fu osservato.
      Agli dodici il giorno di San Gregorio, che venne in sabato, combatterono in due steccati l'uno avanti all' altro, tramezzati solamente da una corda, serrati intorno per guardia del campo, il quale aveva circondato Oranges di Tedeschi, Spagnuoli e Italiani, tanti degli uni, quanti degli altri. Combatterono in camicia, cioè calze, e non giubbone, e la manica della camicia della mano destra tagliata Uno al gomito, con ima spada e un guanto di maglia corto nella mano della spada, senza niente in testa; arme veramente onorata e da gentiluomo, e massimamente che i soldati moderni si fanno falsamente a credere, che l'usare ne'duelli armi difensive sia cosa che non dimostra audacia, e conseguentemente biasimevole, come se dove va, oltra la vita, l'onore, si potessero tante cautele pensare, che non fussero poche. Fu quest' arme eletta da Giovanni per rimuovere un' opinione che s'aveva in Firenze di lui, eh' egli fosse più cauto che valente, e procedesse più con astuzia che con valore. Dante fattasi radere la bar^a, la quale di color rosso gli dava quasi al bellico, venne alle mani con Berlino, e toccò in su la prima giunta una ferita nel braccio ritto, e una stoccata, ma leggiera, in bocca; ed era assalito dal nimico con tanta furia, che senza poter ripararsi ebbe tre ferite in sul braccio sinistro, una buona, e due leccature; ed era a tale condotto, che se Berlino si fosse ito trattenendo, come doveva, bisognava che s'arrendesse, perchè non poteva più reggere la spada con una mano sola; la prese però con tutte due, e osservando con gran riguardo quello che faceva il nimico, e vedutolo colla medesima furia e inconsiderazione sua venire alla volta di lui, come quegli il quale era giovane e troppo volonteroso, gli si fece incontro, e distendendo ambe le braccia, gli ficcò la spada in bocca traila lingua e l'ugola, talmente che subito gli enfiò l'occhio destro, ed egli, ancoraché aveva promesso baldanzosamente prima di morire mille volte, che mai arrendersi una, o vinto dalla forza del dolore, avendogli Dante dato alcune altre fe-
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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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