Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      [1529-1530] libro undecimo. -227
      luoghi della scrittura divina del Testamento vecchio e nuovo, quando, come e da chi s'aveva a liberare da tanti infortuni la città di Firenze, e goder poi in eterno, insieme colla sua desideratissima libertà, infinite felicità; e ciò diceva con tanta grazia e con tal eloquenza, che faceva ora piagnere ed ora rallegrarsi, secondochè a lui pareva, tutti gli ascoltatori, i quali, potendovi entrare chiunche voleva, erano un numero incredibile, e nella fine diede al gonfaloniere, dicendo, cum hoc> et in hoc vinces, con gesti e parole ineffabili, uno stendardo, nel quale era da un de' lati Cristo vittorioso con soldati distesi in terra, chi morti e chi feriti, e dall' altro una croce rossa, insegna del Comune di Firenze. Intanto prese l'ufficio la Signoria nuova col medesimo gonfaloniere, i quali furono per marzo e aprile del 1529 e 1530 : Niccolò di Pier-andrea da Verrazzano e Andrea Alamanni, per Santo Spirito; Lorenzo d'Agnolo Baroncelli e Antonio di Giovanni Guidacci, per Santa Croce; Biagio d'Antonio della Rocca e Iacopo di Salvestro Neretti, per Santa Maria Novella; Francesco d'Antonio Giraldi e Duti d'Antonio Masi, per San Giovanni; ed il loro notaio fu ser Andrea di Francesco Caiani.
      XXV. Il sospetto preso di Malatesta eziandio da una parte di quegli del governo, benché tacitamente, per le pratiche tenute col vescovo di Faenza, il quale aveva e di palese e in segreto con molti de' Piagnoni e de' Palleschi favellato, e lo sdegno grandissimo del maltrattamento degli ambasciadori, cagionarono che negli Ottanta si praticò e vinsesi, che oltra i primi, si dovessono sostenere quindici altri cittadini de' più sospetti, i quali furono: messer Matteo Niccolini, Antonio de'Medici, Antonio Gualterotti, Andrea Adimari, Andrea Carnesecchi, Alessandro Barbadori, il Rosso de' Ridolfi, Lodovico Morelli, Lorenzo Acciaiuoli, Giovanni Vettori, Gio-vanfrancesco de'Nobili, Girolamo degli Albizzi, Iacopo Cor-binelli, Rinieri Lotti e Donato Cocchi. A questi s'aggiunse Filippo Valori, il quale, come dicemmo, aveva ottenuto grazia di starsi con sodo di quattromila fiorini in casa di Giovambatista Pitti suo cognato, e tutti furono racchiusi e tenuti a buona guardia in una stanza del palagio del Potestà.
      XXVI. Questi giorni medesimi, messer Iacopo Girolami


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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Testamento Firenze Cristo Comune Firenze Signoria Niccolò Pier-andrea Verrazzano Andrea Alamanni Santo Spirito Lorenzo Agnolo Baroncelli Antonio Giovanni Guidacci Santa Croce Biagio Antonio Rocca Iacopo Salvestro Neretti Santa Maria Novella Francesco Antonio Giraldi Duti Antonio Masi San Giovanni Andrea Francesco Caiani Malatesta Faenza Piagnoni Palleschi Ottanta Matteo Niccolini Antonio Medici Antonio Gualterotti Andrea Adimari Andrea Carnesecchi Alessandro Barbadori Rosso Ridolfi Lodovico Morelli Lorenzo Acciaiuoli Giovanni Vettori Gio-vanfrancesco Nobili Girolamo Albizzi Iacopo Cor-binelli Rinieri Lotti Donato Cocchi Filippo Valori Giovambatista Pitti Potestà Iacopo Girolami