Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      224 storia fiorentina. [1529-1530]pitano Francesco de' Bardi e col capitano Bellanton Corso, il quale se n' andò verso il Pratellino de' Martegli vicino a San Cerbagio, acciocché se fussino calati di que'fanti che alloggiavano a Fiesole, gli potesse riprimere. Subito che fu veduta e conosciuta l'insegna d'Anguillotto, si mossero a gran furia il conte, Oranges, il principe di Salerno, il duca di Malli ed altri caporali, menando, oltra l'imboscata che avevano lasciata addietro grossissima, più di duemila fanti tra Spagnuoli, Tedeschi e Italiani, e di più, quasi volessero far battaglia giudicata, Don Ferrante con cinquecento cavalli, e, varcato l'Arno e lasciati passare oltre i contadini, accerchiarono Anguillotto colle sue genti; il quale Anguillotto, o conoscendosi morto, o guidato dall' ardire e ferocità sua naturale, si fermò con un partigianone in mano, e fece far testa a tutte quelle genti. I primi che andassero ad investirlo furono il conte e sei altri de' suoi cavalli, i quali non restavano di serrarlo; ma egli più che francamente difendendosi, passò uno Spagnuolo da un canto all' altro, e aiutato dagli altri soldati, e massimamente da Cecco da Buti suo luogotenente, che meritò quel dì, il quale fu l'ultimo di sua vita, estrema lode, n' ammazzò molti; e poiché gli fu tagliata l'aste del suo partigianone, trasse fuora la spada, e non restando di menare ora a questo ora a quello, la ruppe nella punta, e così spuntata l'adoperò tanto, che toccò un fendente in sul capo e una stoccata nella gota ritta. In questo mentre, Bellanton Corso avendo sentito il romore, era corso a soccorrerlo, e nella prima giunta aveva ucciso colla spada un Tedesco a cavallo, e feritone parecchi. Anguillotto colpito d'una zagagliata nel petto da un cavalleggiere, cadde in terra senza aver ricevuto altro danno, tanto era forte il suo giaco, e cosi in terra fu percosso da molti colpi; allora il conte lo prese e lo sgozzò di sua mano, benché alcuni dicano che lo fece scannare a un suo servitore per maggiore ignominia, altri a un ragazzo spagnuolo. Cecco da Buti si.rendè prigione, ma non gli valse, perchè il conte colla medesima ferocità gli tirò una stoccata nel petto e lo passò fuor fuori. Francesco de'Bardi, quando vidde perduto il giuoco, si diede al principe, e pagato la taglia, si riscattò. Bellanton Corso con que' pochissimi che


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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