Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      220 storia fiorentina. [1&29-1530]egli da piecol fanciullo era stato al soldo loro; e rimaso in Firenze ostaggio per la fede, benché infedele, del padre, s'era trovato giovanetto di non più di vent' anni nella rotta di Ravenna, e dato ottimo saggio del valor suo, perchè ferito mortalmente nel capo, fu gettato da cavallo, e si difese infino a tantoché, avuto più altre ferite, fu fatto prigione; il che fu comune in quel conflitto quasi a tutti quelli i quali elessero piuttosto di combattere che di fuggire : aveva avuto da'Signori Viniziani onoratissimi carichi, e s'era portato nella guerra di Lombardia non solo come animoso soldato, ma eziandio come prudente capitano: era, si può dire, signore assoluto di Perugia, onde se ne potevano sperare molte e grandissime comodità : si trovava in qualche obbligazione co' Fiorentini, avendo fatto il signore Orazio suo fratello capo delle Bande Nere, le quali erano l'onore e '1 terrore di tutta l'Italia, ed il medesimo Raffaello gli aveva in Perugia onoratissimamente consegnato il bastone : era (e questo per avventura gli mosse più che altro), o almeno esser doveva, capitalissimo nimico della casa de' Medici, per le tante e sì gravi ingiurie ricevute da loro, avendogli prima fatto cosi bruttamente ammazzare il padre, e poi tolto lo stato per darlo al signor Gentile suo non meno nimico che parente, molto in tutte le cose da meno di lui: non era verisimile che Malatesta, potendo con tanta gloria sua fare immortale sè e tutta la casa sua, volesse con tanta vergogna vituperare in eterno sè e lei ; e nel vero, egli o non seppe o non volle conoscer la maggiore occasione che avesse forse mai capitano alcuno di farsi per sempre, non dico celebrare, ma adorare.
      XVII. Il secondo giorno di febbraio tre capitani de' nostri, il signor Cecco Orsino, il siguor Iacopantonio Orsino ed il signor Giovanni da Sessa, i quali stavano tutti a tre in fila l'uno dopo l'altro alla guardia del Monte, essendo una mattina in sull' aurora iti fuori della Porta a San Gallo per fare scorta a' contadini e a' saccomanni che andavano a legnare, s'andarono con Dio con tutti i loro fanti. Ma Cardone Corso banderaio del signor Cecco, tornò la mattina medesima, ed il medesimo fece il Manzo da Cortona suo luogotenente; e fra pochi giorni, di trecento fanti i quali avevano menati con


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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