Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      [1529-1530] libro undecimo.
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      valorosissimo signore, questa inclita ed eccelsa repubblica nostra a porre così confidentemente nella balia delle tue invittissime mani il governo di tutte le sue genti d'arme così da pie come da cavallo, la muove ora a riporre colla medesima confidenza nella medesima balia delle medesime invittissime mani, non solamente il governo, ma tutta l' autorità, tutta la potestà, tutta la signoria, e finalmente tutto V arbitrio intero e V imperio assoluto di tutte le medesime genti, e oltr' a ciò la cura e la guardia di tutte le munizioni e fortezze loro, sotto nome e titolo di Capitano Generale, con tutti gli onori, gradi e preminenze ed emolumenti che già aveva il signor Don Ercole da Este, mentrechè fu nostro generale; e questa cagione, e non la nobiltà dell' illustrissima casa tua, onde tanti sono usciti generali, quanti uomini, non le molte e gravissime ingiurie ricevute da te e da' tuoi maggiori da' comuni avversari e nemici nostri, potendosi ancora vedere in Roma nel mezzo del ponte di Castel Sanf Agnolo il sangue del magnanimo e fortissimo padre tuo, fatto così crudelmente e igno-miniosamente contra la fede, benché astutamente data, dicollare da papa Lione; ma solamente la tua singoiar virtù, la singoiar virtù tua solamente, e la fede che nella fede tua ebbe ed ha lutto questo magnifico e generoso popolo fiorentino, la quale fu ed è tanta, che il freschissimo esempio di sì manifesta perfidia non ci ha potuti sbigottire : perciocché se Don Alfonso da Este n' ha, mancandoci della fede e promissioni sue, ingannati, egli non ci mancherà né ingannerà il signor Malatesta Baglioni. E veramente come noi non potiamo negare che tutta questa nostra città non sia grandissimamente obbligata alla tua virtù, avendola tu così prudentemente e così strenuamente da così grande e così potente esercito guardala tanto tempo e difesa, così non debbi negqr tu d'essere a tutta questa nostra città non poco tenuto; conciossiacosaché ella avendo prima riposto e rimesso, e ora di nuovo maggiormente riponendo e rimettendo nel volere e poter tuo, non solamente la roba e la vita, ma eziandio l'onore non pure di sé, de' figliuoli e delle mogli, ma ancora di tutti i posteri e discendenti suoi, t'ha dato larghissimo campo di mostrare, se non le forze del corpo tuo, già per natura e per eserciziovarchi- — 2.


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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