Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      storia fiorentina. [1529-1530]non bastasse che il re avesse prigioni i figliuoli, senza cercare d'entrarvi anch' egli.
      XII. Agli tredici di gennaio si propose e vinse nel Consiglio grande una provvisione cosi fatta : che i magnifici ed eccelsi Signori fussero tenuti di dover far fare fra '1 termine d'otto giorni una tavoletta, nella quale fussero determinate mese per mese particolarmente tutte l'ore dell'audienze de'magistrati; il che fatto, i campanai del palazzo ogni mattina e ogni giorno, solo che non fosse festa comandata o dalla Chiesa o per leggi, o fosse sonato a Consiglio maggiore, fussono tenuti per debito dell' ufficio loro a quell' ore che nella prefata tavoletta si contenessono, sonare a distesa la terza campana del palazzo, chiamata volgarmente la Toiana, almeno una mezz' ora, alla fine del qual suono ciascuno di qualsivolesse ufficio o magistrato, fuori solamente alcuni non soliti ragu-narsi ogni giorno, fosse obbligato a ritrovarsi nel luogo della residenza sotto pena di due fiorini larghi d'oro in oro per ciascuna volta che, non vi essendo, il numero mancasse; e fussono tenuti di stare nell' udienza due ore continue, potendo il proposto, e non vi essendo il proposto, il pił attempato dell' uficio, comandare che vi stessono quel pił eh' egli giudicasse necessario o utile per la spedizione delle faccende, infino a raddoppiare il tempo determinato e non pił; e il cancelliere o coaiutore dovesse appuntare chiunque mancasse, e tenerne conto sotto la medesima pena.
      XIII. Eransi in questo medesimo tempo condotte l'artiglierie de'nimici tutte rotte e conquassate, parte a Campi e parte in Peretola, alla guardia delle quali era venuto Pietro Yelleio con forse mille Spagnuoli di quelli i quali per ischerno si chiamavano Bisogni, e sopra esse commessario Francesco Valori, e sotto commessario Zaccaria di Batista Strozzi. Costui, l'anno dinanzi tornato da Capalle dove si stava quasi sempre a coltivare un suo podere, e facendo professione di credere al frate, aveva con alcuni altri (perchč ogn'anno n' andavano a partito molti, e se n' abilitava sempre qualcuno nel Consiglio maggiore) vinto lo stato con infinita allegrezza, o che egli non avesse prima goduto mai il benefizio, o che avendolo goduto l'avesse, che che se ne fosse stata la ca-


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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