Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      208 storia fiorentina. [1529-1530]Buongirolami pel Vaio, sono tutti vari, e vorrebbono che si cimentasse colle fave; il che si fece subitamente, e di mille-trecentosettantatrè fave, mille ne furono nere del si, e trecen-tosettantatrè bianche del no.
      V. Io ho voluto portare le parole proprie che disse Filippo, non per tórre cosa nessuna ad alcuno, ma per dare il suo luogo alla verità, la quale non sia chi pensi, che si debba non che possa comperare con lode, o vendere senza biasimo. Si può giustamente lodar Filippo, ch'egli riferi fedelmente distinguendo i quattro che volevano, tra'quali si conosce ch'era uno egli, da i dodici che non volevano, non ostante che Lionardo Bartolini uno anch' egli de' Sedici, voleva colla solita audacia e presunzione sua, onde nacquero tra di loro male parole, ch'egli riferisse semplicemente : I collegi non vogliono. Puossi ancora e più che giustamente lodare, che egli giovane più tosto non senza qualche lettere, che letterato, essendone stato ricerco da messer Giovambatista Fie-giovanni priore di San Lorenzo, prese in quel suo magistrato la cura di conservare i libri della libreria di San Lorenzo, i quali fatti già condurre in Firenze con non minore spesa e fatica e diligenza, che lode, gloria ed onore di Cosimo e di Lorenzo Vecchio, si stavano o per negligenza, o per malignità racchiusi in una stanza in San Lorenzo, preda indegnissima non pure della polvere, ma delle tignuole e de' topi; del che, se cosi è come egli mi disse e scrisse che era, gli debbono avere immortai obbligo, insieme colla casa defedici, tutti i letterati che sono e che saranno.
      VI. Agli sei di gennaio furono creati in ambasciadon al papa Luigi di Paolantonio Soderini e Andreuolo di messer Otto Niccolini, ed il giovane eletto per sotto ambasciadore fu Ruberto Bonsi, i quali si posero in cammino agli quattordici, e con loro, parte per altre cagioni, e parte per vedere la coronazione dell' imperadore, uscirono alquanti giovani di Firenze, tra' quali fu Benedetto Varchi scrittore della presente Storia. Sapeva il papa, che questi, oltre l'essere uomini lunghi e frresoluti, erano ancora affezionatissimi alla libertà e a quel governo, e per conseguente incorrottibili; sapeva ancora, che le commessioni loro erano tre: che si conservasse


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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