Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      [1529-1530]libro undecimo.
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      sciocchezze a' più prudenti, ma eglino non ardivano, non che correggerle, biasimarle.
      LXXVII. Correvano in quel tempo nella città traile persone private più danari, e meno pareva che si stimassono che mai; e sebbene alle civili non si piativa, perchè le cause del Palagio del Podestà erano sospese, ed i sei della Mercanzia non si ragunavano, nondimeno i giudicii criminali non solo non s'intermettevano per le faccende della guerra, ma s'esercitavano severissimamente. Negli ultimi giorni di dicembre fu preso il signore Otto da Montauto per una querela postagli, che egli essendo in Prato nella sua compagnia, venne a parole nel suo alloggiamento con Iacopo di Bernardo Arrighi chiamato il Moretto, e, cacciato mano a uno stocco, gli diede più ferite e ammazzollo. Non negava il signor Otto, il quale era uomo forte e ardito, ma licenzioso e insolente, l'omicidio ; ma diceva, che a un semplice soldato, non che a un capitano, era lecito difender l'onor suo, e far quanto ¦egli aveva fatto, e più. Cosa certa è, che se egli non fusse stato aiutato da molti nobili, ed in specie da Alfonso Strozzi più che straordinariamente, gli sarebbe stato mozzo, per dire come si disse, quanto capo egli aveva : ma ad altre cose b riserbavano i fati. Ottenuto dunque che se gli perdonasse la vita, fu condannato da' Dieci, a' quali la Signoria l'aveva rimesso, a pagare fra '1 termine d'un mese mille ducati, e dopo tale pagamento stare un anno continuo nelle carceri delle Stinche, e dopo detto anno non ne potesse uscire senza il partito de' Signori e Collegi per trentadue fave nere almeno, e con questdlche dovesse dar mallevadore per dumila ducati di non andar mai contra '1 dominio della Repubblica fiorentina ; e se fra un mese non avesse pagato i mille ducati, gli fosse tagliata una mano, poi mandato alle Stinche, egli dovesse pagare a ogni modo i danari. Pagò in'nome di lui messer Bernardo d'Arezzo rassegna de'Dieci, ma poi per intercessione de'medesimi non fu mandato al bargello, ma ebbe grazia di stare in una stanza del Palagio del Potestà, dando mallevadoria per semila scudi di non si partire.
      Fu oppenione, che il procedere cosi rigidamente contra il signor Otto fusse cagionato non tanto dall' omicidio fatto\v


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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