Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      [1529-1530] libro undecimo. 195
      chè l'universale di Firenze ha questo, che chi non fa scappucci o errori notabili, è più tosto lodato da lui che biasimato, dove soddisfare a' particolari è più tosto impossibile, che malagevole; il che parrà per avventura cosa maravi-gliosa, non essendo altro l'universale, che tutti li particolari insieme: ma de'Fiorentini si suol dire, che altro animo hanno in palagio e altro fuori.
      LXXV. Aveva in questo tempo perduto la Signoria di Firenze il suo dominio tutto quanto, eccetto Livorno, Pisa, Empoli, Volterra, della quale favelleremo a suo luogo particolarmente, la cittadella d'Arezzo ed il Borgo a San Sepolcro, il quale, partitosi l'Abatino, essendovi castellano Lionardo d'Antonio Pieri, s'accordò col signore Alessandro Vitelli, che se ne tornò al campo, di dover far quello che alla fine facesse il Palazzo. Tenevasi ancora Castracaro, dov' era commessario, quasi un altro Ferruccio, Lorenzo Carnesecchi; e Firenze era assediata da ogni parte, perchè i nuovi Lanzi s'erano posti e fortificati nel munistero di San Donato in Polverosa e quivi all' intorno, e gli Spagnuoli aveano occupato la badia di Fiesole, e tutti quei luoghi circonvicini, e mai non era di, che non facessero co'loro cavalli alcuna scorribanda,1 e si scaramucciava intorno ogni giorno tutto '1 di. E con tutte queste cose si stava in Firenze non solo senza paura, ma senza sospetto, e si viveva con tante e tanto diverse genti d'ogn' intorno, nè più nè meno, come se non vi . fosse stata persona, eccetto che la notte non si sonava campana nessuna, ma in quello scambio si sentivano i tiri delle artiglierie, i quali per la spessezza del trarre si conoscevano l'un dall'altro infino dalle donne, quasi come le campane; e sebbene i nimici, quando il principe tornò da Bologna e alcune altre volte, avevano tratto in arcata nella città, non avevano fatto nè danno nè paura a nessuno : le botteghe stavano aperte, i magistrati rendevano ragione, gli ufici s'esercitavano, le chiese s'ufiziavano, le piazze e '1 mercato si frequentavano, non si facevano tumulti fra'soldati, non qui-stioni tra i Fiorentini; perciocché sebbene erano tra loro
      1 Gli stampati, Scorribandola.


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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