Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      192 ' storia fiorentina. [1529]nirsi affatto della città, affrontato i Cancellieri, i quali reggendosi al disotto cercavano al meglio che potevano d'aiutarsi e di salvarsi, n'ammazzò, con crudeltà inudita se non in Pistoia, solamente de' più segnalati diciotto; e dubitando pure di non dovere sofferire alcuna pena di così brutta, empia e orrenda scelleratezza, andò a Bologna per iscusarsi : ma Clemente, che sapeva di già il tutto, senza lasciarlo non che fornire, cominciare, disse ridendo : Voi avete fatto molto bene; e vi mandò per commessario Alessandro Corsini, e poi, perchè Alessandro fu voluto ammazzare, Bartolommeo, ovvero Baccio, di Lanfredino Lanfredini. Ma Iddio, il quale (come dice il proverbio de' volgari) non paga il sabato, riserbò il suo gastigo e la meritata pena al signor Chiappino Vitelli, e permisse che fosse, dopo avere egli ucciso la marchesana sua moglie come impudica del nipote proprio e adultera, in una stalla d'un'osteria, nella quale tutto tremante s'era fatto nascondere e coprire di letame, miserabilmente, ma non già immeritamente,1 dal fratello della moglie con più colpi ammazzato.
      LXXI. Prato ancora, dov' era commessario Pieradovardo Ghiachinotti, colla medesima imprudenza s'abbandonò; e quando mandarono poi una parte delle loro genti per far prova o di ricuperare l'una terra o l'altra, v' erano di già entrati i nimici, e si grossi, che non parve loro di tentare di cacciameli. A Prato rimasero commissari il Carne de' Rucel-lai e '1 Pollo degli Orlandini.
      LXXII. Da poi essendosi perduta la fortezza di Pietra-santa, come anco Mutrone per poca fede de' prowigionati, si perdè ancora la terra, perchè i Pietrasantesi dubitando di dovere andare a sacco, non avendo chi gli difendesse, e intendendo che Antonio d'Oria s'era mosso per andare a quella volta, mandarono a Lucca a offerirsi a chiunque volesse a nome del papa o dell' imperadore salvargli, e non trovando un commessario, Palla Rucellai s'offerse egli, e v' andò, essendosene messer Giannozzo Capponi, il quale v'era commessario per la città, rifuggito a' marchesi di Massa.
      1 II Ms. P e il codice Riccardiano cit : miseramente, ma non già miserabilmente.


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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