Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      [1529-1530] libro undecimo. 189
      sacramenti, e confermate con parentadi; nondimeno qualunche volta hanno avuto o comodità od occasione di romperle, sempre l'hanno fatto, uccidendosi l'un l'altro (i quali fuor di questo sono civili uomini e molto ospitali e cortesi) con incredibile bestialità,'e non perdonando nè a sesso, nè a età, nè a parentado. Ed i Fiorentini a cui ciò s'apparteneva, perseverando in una invecchiata falsissima oppenione, che delle città loro, Pisa si dovesse tenere colle fortézze, e Pistoia colle parti, non hanno mai o saputo o voluto farvi altri rimedi che quelli stessi i quali ha tante volte mostrato la sperienza che buoni non sono e che non giovano. Dubitando dunque i signori Dieci, non queste parti in su' romori della guerra, secondo il lor solito, si risentissero, e levatesi facessero quello eh' elle fecero; ordinarono a' commessari che mandassono a Firenze più statichi dell' una parte e dell' altra, ancoraché temessero de' Panciatiehi solamente, tra i quali i primi furono, Noferi Bracciolini, Vincenzio e Girolamo Cellesi, Francesco e Possente Brunozzi, Bartolommeo di Salimbene1 e Filippo Ruspigliosi. E della parte de'Cancellieri, Andrea di Batista Gatteschi, il quale fu poi fatto ambasciadore del pubblico, Bastiano di Lorenzo Fioravanti, il capitano Allegrino e Andrea da Lizzano. Il capitan Piero Cellesi e Niccolò Bracciolini cugino del signore Alessandro Vitelli, due capi principali de' Panciatichi, non si trovavano allora in Pistoia, perchè il Cellesi seguitando i Medici era ito a Bologna, ed il Bracciolino aveva bando; il qual Bracciolino poco di poi avendo due mesi senza soldo servito, siccome disponeva la legge, riebbe il bando, e se ne ritornò, per fare poi quello eh' egli fece, con Simone di Palamidesse a Pistoia. Era in Pistoia capitano ordinario Niccolò Lapi, e per lo straordinario, rispetto alla guerra ed al sospetto che s'aveva de' Panciatichi, Girolamo di Girolamo Morelli, in luogo del quale, crescendo il dubbio che s'aveva che le parti non romoreg-giassono, fu eletto alli ventiquattro di novembre, a concorrenza d'Iacopo Gherardi, con una fava nera più, Agostino Dini.
      1 La citata a le altre aggiungono Panciatichi. Io ho messo corno sta aegli Sbotti Magliabechiani.


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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