Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      184 storia fiorentina. [1529Jcondotto ancora nuovamente messer Anniballe Bìchi suo cugino, ma tutto differente e dissomigliante da lui; ho detto, etri. detti, perchè messer Claudio Tolomei compose e indirizzò una canzone al principe, che comincia :
      Novello Marte a cui le stelle amiche,
      nella quale introduce la Toscana, che rivoltasi a lui gli dice nel mezzo di essa due stanze1 indegne veramente, non solo quanto al suggetto, ma eziandio quanto allo stile, di quel raro, chiaro e ingegnosissimo spirito, il quale fu per altro non meno gentile che dotto, nè meno buono che cortese.
      LXYI. L' abate di Farfa, il quale per la nobiltà della casa, per la fortezza e opportunità del suo stato, e per la moltitudine dell' aderenze, era fra i baroni romani di grandissima autorità, scrisse a' signori Dieci, e per bocca del signor Giorgio Santa Croce si profferì, che volentieri verrebbe a' servigi de' Fiorentini, e gli dava il cuore d'arrecare molto giovamento a loro, e molte incomodità a' nemici. I Fiorentini,
      4 Gli Sbozzi della Magliabecbiana portano invece : le due stanze che io per maggior chiarezza della verità porrò qui a piè, indegne ec. Ora ecco ciò cbe intorno a questa canzone scriveva al Varchi il Basini : La canzona del principe d'Oranges contro ai Fiorentini fu veramente di Claudio Tolomei, e monsignor della Casa n' aveva in quei tempi una copia; ma essendo il capitano Cencio da Castiglione suo parente alloggio allora seco, o perchè la bontà di Cencio, o la virtù lo movesse, o perchè avesse odio fresco con Claudio, la détte a Cencio, e Cencio a Carlo Pieri, a Carlo me ne mandò una copia, ed io la mandai a voi a Bologna, nè mai poi ne ho potuto aver copia, e mi é doluto. Pochi di fa la chiesi a Gandolfo, quale mi dice ne aveva una copia, e che è quattro mesi che la stracciò ed arse, e che vi era questo versoVolgi 1> artiglieri* tutta alla mar» (•)
      che gli pareva un verso dell'Ancroia. Avrei carissimo d' averla, ma non me ne dà il cuore. Lett. V. E nella XXII: lo non posso mandarvi, perchè non V ho nè trovo modo d'avere, né la canzone di Claudio, nè U gi%t-dizio di Piero....; la canzone, come già vi scrissi, vi mandai a Bologna, ed ora non trovo uomo che l' abbia; se vi pare, la chiederò a Claudio Tolomei stesso che è qui. Dopo ciò, nè avendo noi indizio che sia stata mai data alle stampe, ci sembra che non debba tornare opera contraria alla mente dell' A. N., ni sgradita a' lettori, il pubblicare che facciamo tutta questa canzone id fine del presente volume, traendola da un Codice della Ma-gliabechiana (Cod. 570, Palch. IV), ove ci è avvenuto di rinvenirne una copia : quella stessa forse, eh' ebbe gii Carlo Pieri, come ne porta a credere il leggervisi due volte il sno nome. (Nota della edizione fiorentina.) ,
      (') Veramente questo verso è nella Craiooe alquanto differente.


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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