Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      182 storia fiorentina. [1529]lini e per le botteghe, affermavano essi non essere stati allora più fedeli a' Fiorentini verso il papa, che fossero stati già a' Pisani verso i Fiorentini ; e servendosi delle parole e autorità di messer Giovanni Boccaccio, dicevano, la loro essere stata lealtà viniziana/ e gli chiamavano, con un vocabolo molto da loro frequentato, mariuoli. E di vero come quella repubblica è di molti bellissimi e ottimi ordinamenti abbondevole, così è ancora di molti ottimi ordinamenti e bellissimi, parte manchevole, e parte non osservante.
      LXIV. In questo tempo gli oratori fiorentini mandati al pontefice (i quali lo imperadore non volle udir mai, se non quando Clemente se ne contentò ; e allora non rispose altro, se non quello che da lui gli era stato ordinato che rispondesse, e ciò fu, che soddisfacessono al papa) si partirono di Bologna, fuori nondimeno il Vettori, il quale, come si disse di sopra, non volle tornare a Firenze, ma si rimase appresso il pontefice. La cagione perchè eglino avevano seguitato la Corte fu, perchè il papa quando era in Cesena, dove diede loro udienza, sappiendoche il Turco andava con grossissimo esercito a oste a Vienna, venne in grandissima sospezione che Cesare non dovesse, costretto dalla necessità, levar l'esercito di sopra Firenze, e mandarlo in soccorso della casa sua propria al fratello; anzi fu voce, che l'imperadore gli avesse fatto sapere eh' egli pensasse d' accordarsi co' Fiorentini ; laonde egli, incredibilmente angustiato, cominciò a largheggiare colle parole oltra il consueto: il perchè trapponendosi, oltra Iacopo Salviati, messer Francesco Guicciardini, Giovanni Corsi e Alessandro de' Pazzi con altri cittadini i quali, sbandeggiati di Firenze e fatti rubelli, andavano seguitando la Corte, dissero, che il papa non aveva quella cattiva mente verso i Fiorentini, eh' eglino mossi più dalla voglia che dalla ragione s'erano immaginati; e che a Sua Santità basterebbe, che i parenti suoi e gli amici potessero stare sicuramente in Firenze, e godere i beni loro, pagandone le gravezze ordinarie come gli altri cittadini ; e qualora si trovasse un modo di governo che l'assicurasse di questo, egli sarebbe pronto e pa-
      1 Detto per ironia. Vedi JDecani., Giorn. nov. 2*.


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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