Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      fi 529] LIBRO DECIMO. 165
      procedette tant'oltra, che raccontando le cose ch'egli in favore e per beneficio di quella libertà e repubblica o saggiamente o animosamente fatte aveva, eh' ogn' altra cosa disse, solo che raffermatemi, raffermatemi, che così, se non volete capitar male, è forza e necessità che facciate ; allegando molti esempi, ancoraché egli letterato non fosse, della romana repubblica, la quale ne' pericoli urgenti, non che urgentissimi, come quello nel quale si trovava allora la città di Firenze, era usata di prorogare i giorni, gli ufizi ed i magistrati, con grandissima prudenza e sapienza, a coloro che gli avevano. E sebbene egli diceva in qualche parte il vero, nondimeno quelli i quali avevano la medesima ambizione di lui, ed a cui pareva essere (sebbene s'ingannavano indigrosso) da quanto era egli, anzi molto da più, non gli credevano, anzi confortavano gli altri, che credere non gli dovessono. Ma venutosi il secondo giorno di dicembre nel Consiglio maggiore all'elezione, che furono millesettecentottanta cittadini, egli non ebbe tanto favore, che rimanesse nel numero de' sei delle più fave nere, i quali furono: Uberto di Francesco de'Nobili, Bernardo di Dante da Castiglione, Alfonso di Filippo Strozzi, Andreuolo di messer Otto Niccolini, Antonio di Francesco Giugni e Raffaello di Francesco Girolami, il quale restò. Era Raffaello in verità persona leggiera e vana molto, ma coli' universale gli aveva acquistato grazia l'esser egli stato prima commessario generale in campo, poi amba-sciadore a Cesare. I nobili, per lo essere egli nobilissimo, lo favorivano; agli Ostinati (chè ancora questo nome, oltra gli altri, si dava alla setta del Carduccio) era molto piaciuto che, di quattro oratori, egli solo non pure fosse ritornato a Firenze, ma eziandio nel riferire la sua legazione avesse, avvilendo le forze del papa e dell' imperadore, fatto e detto tutte quelle cose che si raccontarono di sopra ; i Palleschi, perchè era già stato amicissimo della casa de' Medici e adoperato da loro, non vinsero altro che lui; i Neutrali ancora lo vollero, e generalmente ciascuno, sperando che dovesse, interponendosi tra '1 papa e la città, conchiudere alcuna convenzione e accordo di pace. Egli fu pubblicato incontanente ; perciocché, sebbene non doveva pigliar l'uficio prima che alleGóogle


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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Firenze Consiglio Uberto Francesco Nobili Bernardo Dante Castiglione Alfonso Filippo Strozzi Andreuolo Otto Niccolini Antonio Francesco Giugni Raffaello Francesco Girolami Raffaello Cesare Ostinati Carduccio Firenze Palleschi Medici Neutrali