Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      fi 529] LIBRO DECIMO. 163
      forniti di vettovaglia e di munizione, nondimeno, come uomini pratichi e valenti, considerando che il castello era piccolo e aveva buone mura, si risolvettero a combattere, sperando per la vicinità del luogo e per l'importanza, di dovere essere tostamente soccorsi. Gli Spagnuoli senza battere il castello, non avendo condotto seco artiglieria, appoggiarono arditamente le scale alle mura, e cominciarono un feroce assalto. Ma i tre capitani con quella poca gente che avevano, fecion tal difesa, ammazzandone molti e molti ferendone, parte col fuoco, e parte coli'arme d'aste, e parte colle travi e sassi che rovesciavano loro e gettavano addosso, che furono costretti alla fine, essendo buona pezza di notte, con non minor danno che vergogna a ritirarsi. Onde il Ri-palta tutto pieno d'ira e di sdegno, mandò quella notte medesima (nella quale quei della Lastra non si cavarono mai l'arme da dosso, e stettero sempre su per le mura) al principe per soccorso di gente e d'artiglieria, il quale mandò subito, chi scrive cinquecento e chi duomila Tedeschi, quattrocento cavalli e quattro pezzi d' artiglieria : del che avendo i Dieci auto notizia, ordinarono che di Firenze uscissero per soccorrergli Pasquin Corso col suo colonnello, il signor Giorgio, Amico ed il Bichi co' loro cavalli; e a Prato scrissero a Lottieri Gherardi, il quale v' era commessario, che spignesse a quella volta il signor Otto, il signor Federigo suo fratello e due altre compagnie ; ed al Ferruccio commisero, che tutto quello facesse che dal signor Giorgio ordinato gli fosse.
      LI. Ma in questo mentre, gli Spagnuoli avendo dato la batteria e cominciato un nuovo assalto, quelli di dentro ancoraché fossero cresciuti, essendo una parte tornata de' loro soldati, conoscendo di non potere lungamente resistere, non avendo né vettovaglie nò munizione, e non veggendo comparir soccorso da parte nessuna, vennero, difendendosi sempre coraggiosamente da i lanzi, i quali avevano cominciato ad entrar dentro, ad accordo cogli Spagnuoli, i quali pro-raissero loro e giurarono di dovergli lasciare andare, salve le persone e le robe, dove più loro piacesse ; ma non si tosto fu loro aperta la porta, che eglino la rinchiusero, e, fatti contra il giuramento e la fede data, prigioni i tre capitani,
      Góogle


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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