Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      fi 529] LIBRO DECIMO. 135
      XXXII. Avevano in questo tempo i Fiorentini mandato Lottieri d'Iacopo Gherardi, più per l'altrui favore che per li suoi meriti onorato, all' imperadore, confortati e quasi spinti a ciò fare si dal principe d'Oranges e si dal marchese del Guasto. il quale avendo compassione a' danni di quella repubblica, diceva che Sua Maestà era mal informata delle cose della città, e che a lei era stato fatto credere che Firenze fosse giuridicamente de'Medici. Ma l'imperadore, col quale i Fiorentini arebbono fatto tutti gli accordi per salvar la libertà, non solo non lo volle udire, ancoraché messer Luigi Bonciani, il quale uno era del Consiglio dell' imperadore, e a cui i signori Dieci molto l'avevano raccomandato, grandemente se n' affaticasse; ma lo fece ritenere alcuni giorni in Parma, adoperandosene molto importunamente messer Bernardino della Barba, per far cosa grata al pontefice; il quale giudicando che i Fiorentini veggendosi aver tanto esercito tanto vicino, ed essere abbandonati da tutte le parti, dovessero oggimai esser disposti a riceverlo con quelle condizioni che a lui stesso piacessero, e parendogli ogn' ora mille di riaver Firenze, mandò in poste l'arcivescovo di Capua all' esercito, e gli commesse che dovesse, facendo sembiante ch'altro ne fosse cagione, passare per Firenze, e vedere di convenire innanziché fusse guasto affatto e diserto tutto '1 contado. Venne l'arcivescovo, e alloggiò con Agnolo della Casa; onde nacque gran romore nel popolo, e si deputarono subito quattro cittadini, i quali andas-sono a intendere da lui medesimo la cagione della venuta sua : rispose, eh' era mandato dal pontefice nell' esercito a trovare il principe d' Oranges, e che per maggior comodità e sicurezza sua aveva voluto far quel cammino, soggiugnendo, che quando a loro signorie piacesse, si trametterebbe tra loro e Sua Beatitudine volentieri ; la qual proferta non fu, come egli e Clemente immaginati s'erano, accettata; anzi gli diedero onestamente comiato, e, non tanto per onorarlo, quanto perché non potesse con alcuno favellare di quegli della parte de' Medici, lo fecero accompagnare fino fuori della Porta a San Niccolò, dubitando fosse venuto per corrompere i cittadini.
      XXXIII. E forse per questa cagione furono di quivi a poco creati sei uomini, i quali insieme col magnifico gonfaloniereGóogle


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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