Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      STORIA FIORENTINA.
      ' [1529]stiglione : questi trovò il viceré a Fighine, ed essendogli stati proposti da lui i medesimi partiti, che si dovessero rimettere i Medici in Firenze, rispose tutto alterato, e con un mal viso: In Firenze ? piuttosto in cenere, che sotto i Medici. Non mancò il principe di mettere innanzi un altro modo di governo, il quale fu, che si dovessono creare a vita ottanta cittadini, quaranta dal papa, e quaranta dal Consiglio Grande, il qual Consiglio dovesse poi ridursi a minore e determinato numero, cioè a cinquecento solamente. Questo partito, il quale era stato in considerazione e messo innanzi' altre volte in Firenze per ristringere il governo, fu approvato nella Pratica da molti, e si vedeva eh' egli agevolmente sarebbe stato accettato; ma quegli i quali dubitavano di fraude, e quegli i quali, o per propria ambizione, o per particolari interessi, non volevano che papa Clemente avesse parte nessuna nella città, non meno imprudenti per avventura, nè meno biasimevoli che coloro i quali, che egli ve l'avesse tutta quanta, volevano, operarono sì, che non andò innanzi. Fece ancora il gonfaloniere tentare il viceré d'accordarsi con danari e collegarsi con Cesare, pagando di presente centomila fiorini, e centomila altri in più partite a persone segrete, dal qual partito non si mostrò lontano il principe ; ma proposto tra i Signori, Collegi e Dieci, non si vinse, tra per non ispiccarsi in tutto dal Cristianissimo re, il quale prometteva, riauto che avesse i figliuoli, per bocca propria e del suo ambasciadore, soccorsi e aiuti certissimi ; e perchè si dubitò non il gonfaloniere , come persona molto povera e di non molta coscienza, volesse per sè la maggior parte di quei danari.
      XXVI. Tardò il principe tra Fighine e l'Ancisa, innanzi-chè scendesse nel piano di Ripoli, meglio di quindici giorni, la qual tardanza si crede che'fusse la salute de'Fiorentini, perchè la venuta sua in quel principio, e alcune scorrerie che fecero i suoi cavalli infmo a Ricorboli, diedero tanto spavento, dubitandosi non entrassero in Firenze, come crederono alcuni che fatto arebbono, se si fussero spinti innanzi con tutto T esercito in ordinanza^ eh' io mi ricordo vedere molti padri e mariti colle figliuole e mogli loro aggirarsi pieni di spavento, e correre ora a questa porta ed ora a queir altra, le


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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