Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      122 STORIA FIORENTINA. ' [1529]soldati, essendo la città ricca, e i cittadini, per salvar l'onore e la roba e la libertà loro e della loro dilettissima patria, avete, siccome per Iq passato, a contribuire eziandio per V innanzi tutto quello che potevano volentieri.
      XXII. Tacquesi, dette queste parole, il Carduccio; onde i cittadini essendosi insieme ristretti, ed avendo tra loro lungamente consultato, è gran cosa a dire, che di sedici gonfaloni quindici furono di tanta generosità ed altezza d' animo, che si risolvettero di voler perdere piuttosto la roba e la vita combattendo, che l'onore e la libertà cedendo; solo il gonfalone del Drago verde per San Giovanni, per lo quale riferì messer Bono Boni dottor di leggi, buona veramente piuttosto che valente persona, consigliò, che si dovesse, anzichò aspettar l'esercito, rimettersi nella potestà e volontà del papa liberamente, e pigliare in qualunque modo 1' accordo; e ciò non tanto da lui procedette, quanto da Zanobi di Francesco Car-nesecchi, il quale era in opinione non pure di leale e diritto mercatante, ma di pratico e prudente cittadino. Costui non cotale alla grossa con frivole ragioni, come sogliono il più de' mercatanti, ma con argomenti sottili e filosofici disse cosi : Gli uomini prudenti pigliano del bene piuttosto il certo, eziandio che sia minore, che l'incerto che sia maggiore; e del male piuttosto V incerto, eziandio che sia maggiore, che il certo, eziandio che sia minore ; l'accordo è un bene certo, salvandosi la roba e la vita, e forse anco la libertà; la guerra è un bene incerto, stando in potestà della fortuna così il perdere, come il vincere, ed è un male certo, perdendosi chiaramente le possessioni, e' bestiami e forse, non che la libertà, l'onore e la vita: oltrachè accordando, si smarrisce, diceva egli, e non si perde la libertà; dove non accordando ed essendo vinti, non si smarriva a tempo, ma si perdeva per sempre. Nella quale opinione egli persistette, non ostante che Lionardo Bartolini, il quale uno era de' sedici Collegi, con mal piglio e con meno che convenevoli parole, questo non essere un compromesso della Mercanzia, per isbeffarlo gli disse; e a uno degli Zati, che ingiuriosamente, quasi minacciandolo, lo riprendeva, rispose con fermo viso: Che se la Pratica era libera, ognuno poteva dire tutto quello che più gli pareva.


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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