Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      106 STORIA FIORENTINA. ' [1529]mente comandato; perciocché niuno è di noi, nobilissimi e prudentissimi cittadini, il quale non sappia che egli ciò fece maliziosamente, non come papa, il quale non può errare nè usar fraude, ma come uomo; non perchè la città nostra, come dicevano i Brevi e le lettere, o pure la Chiesa romana se ne servisse ella, ma per appropriargli a se stesso, per non dire usurpargli, e nelle sue proprie e particolari bisogne, dirò, o morbidezze valersene; nè sta bene che se egli volle sotto quella coperta ingannar noi e la Chiesa, che nói per vendicarcene colla medesima astuzia o malizia inganniamo la Chiesa e lui. Che dirò adunque ? Dirò, nobilissimi e prudentissimi cittadini, che noi non vendiamo i beni de' preti per tòrgli loro, e convertirgli negli usi nostri privati; che se ciò fosse, egli sarebbe non solamente furto, ma sacrilegio, e noi meriteremmo non solamente biasimo, ma gastigo. Noi non gli vendiamo pei* offendere i sacerdoti, ma per difendergli; non vendiamoli per oppressare le chiese, ma per liberarle; non per ispogliarle de' loro ornamenti, ma perchè non siano spogliate. Non sappiàn noi come governarono i sacerdoti, come conciarono le chiese, come trattarono le reliquie questi medesimi Tedeschi, questi stessi Spagnuoli, questi propri Italiani, i quali con tanta bravura, con tante genti, con tante forze ci minacciano, ci assediano e ci combattono già tanti mesi, per fare a questa fortissima città quel medesimo che a Roma fecero ? Direi ancora peggio, ma la rapacità loro, la libidine loro, le barbarie loro e ferità furono tante e tali, e di cosi fatta guisa e maltiera, che non si può, non dico far peggio, ma immaginare. Quanto sarebbe stato il migliore, quanto più commendabile, che Clemente, inclementissimo di tutti gli uomini, si fosse servito e valuto delle ricchezze e della potenza della Chiesa e sedia apostolica, non per allettare e introdurre nuovi Barbari in Italia con incredibile vergogna sua e indicibile detrimento nostro; ma per isbigottire e cavarne i vecchi con sua ineffabile gloria e incomparabile profitto nostro ? Se degli errori e peccati che commettono i principi, sofferissono le pene i principi soli, e non i popoli, potrebbono i popoli senza darsi alcuna briga, e doverrebbono lasciare a essi soli la cura ed il pensiero di tutte le cose; ma altramente va la bisogna, e attra-


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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