Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      [1529] LIBRO DECIMO. 103
      s'avessono a pagar loro dal camarlingo del Monte di sei mesi in sei mesi gli emolumenti, a ragione di cinque per cento; e con questo ancora, che i tiratori e purghi e le tinte non si po-tessono alienare per gli ufìciali di dette vendite, i quali furono Bernardo di Lorenzo Capponi, Piero di Banco da Verrazzano, Andreuolo di messer Otto Niccolini, Uberto di Francesco de' Nobili e Iacopo di Lorenzo Manovelli. Pareva ad alcuni di coloro , i quali avevano, vinto la provvisione, esser cosa malfatta, che i profani uomini nelle cose sacre s'intromettessero, e quasi ne gli rimordesse la coscienza, o dubitando di dover essere scomunicati e interdetti, stavano di cattiva voglia, e mormorando tra loro bisbigliavano l'uno coli'altro; delle quali mormorazioni e bisbigli accortosi Lamberto del Nero Cambi commessario sopra il far risquotere le decime de' preti, il quale, come cogli occhi corporali non vedeva se non poco, e molto d'appresso, così con quegli dell'intelletto scorgeva molto, e assai di lontano, si dirizzò in pie, e appoggiatosi sopra un bastone, il quale egli, come balusante, portava sempre, cominciò, maravigliandosi ognuno e stando attentissimi, a favellare in questa maniera :
      IX. Io non vorrei che alcuno di voi, nobilissimi e pruden-tissimi cittadini, si facesse a credere che io, per l'uficio che io fo di risquotere le decime de' beni de1 sacerdoti, e per l'aver consigliato e confortato che si vinca la legge, che non pure si possano, ma si debbiano vendere per alcuna parte le facuità de' religiosi, uno fossi di coloro, i quali o come stolti o scellerati non credono la religione, o come empii e nefari1 la dispregiano. Perciocché io, lasciando stare miti' altre ragioni e cagioni da parte, so molto bene, che le repubbliche e i regni, e generalmente tutti gli stati come s'acquistano, così si mantengono, o per forza mediante V armi, o per amore mediante la religione, o coli' una cosa e coli' altra insieme: ed io per me quando dell' una s'avesse a mancare di queste dua, eleggerei che più tosto dell' arme, che della religione mancare si dovesse, giudicando non solamente più pio, ma eziandio più sicuro/l confidarsi nella volontà di Dio, che il rimettersi nella potestà degli uomini. Vera cosa è, che così la religione, * il ma. p. nefandi.


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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