Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      [1529] libro decimo. 95
      gì' Italiani, appoggiate le scale alle mura, animosamente e con grand' impeto ; ma più animosamente e con maggior impeto furono da quei di dentro, i quali erano poco più di cinquecento fanti e non più che venti cavagli, non solamente ributtati essi, ma eziandio tolte loro le scale; onde bisognò che si ritirassero non senza danno : ed il giorno dinanzi gli aveva il capitano Ivo Biliotti con cento de' suoi archibusieri cacciati valorosamente de' borghi e di maniera con gran perdita loro sbaragliati, che se i cavalli leggieri, come dovevano, seguitato l'avessono, era agevol cosa che gli mettesse per la mala via, secondochè fu scritto dal signor Mario Orsino, il quale vi si trovò, lodando fino al cielo il gran valore e budn governo del capitano Ivo. Era Ivo (chè cosi lo chiamavano molti, e non Ibo) di non molta presenza, ma di molta sperienza, e quanto favellava male, tanto operava bene, ed in somma egli pareva ogn' altra cosa che quello eh' egli era; e questa potette essere per avventura la cagione, perchè non gli furon dati di quei gradi e di quegli onori che a' suoi meriti si convenivano: ma io, perciocché, oltrachè lo conobbi per tale, trovo spessissime volte ne' libri pubblici lodata ora 1! animosità, ora la prudenza ed ora la fede sua, non ho voluto mancar di render testimonio debito a tanta virtù; e massimamente che '1 signor Giovanni, del quale egli fu allievo, soleva chiamarlo, per 1' assiduità sua d'andare a trovare i nimici, e venire con esso loro alle mani, Straccaguerra.
      III. Oranges, veduto che bisognavano maggiori forze se voleva espugnare Spelle, mandò di bel mezzo giorno Giovan d'Urbina, ancoraché egli, quasi presago di quello che avvenne, v' andasse contra il suo costume malvolentieri, a speculare e sopravvedere, o, come oggi si dice, a riconoscere il sito, per dovervi far piantare 1' artiglieria, quando da una torre, la quale è meno d'un trar di mano dinanzi alla porta, gli fu sparalo un archibuso grosso da mura, il quale lo colse nella coscia destra; e fu tale il colpo, che di quella ferita, fattosi portare a Fuligno, in brevi giorni si mori. Non mancarono di quegli, i quali dalla costui morte, e dal modo della presura di Spelle, pigliarono augurio della fine di tutta la guerra principale. Egli non è dubbio che Giovanni d'Urbina da bas-


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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