Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      [1529] libro decimo. 93
      mila. Don Ferrante Gonzaga non era venuto dal Regno co'suoi cavagli. Il signore Andrea Castaldo napoletano con milletrecento fanti, e monsignore d'Ascalino astigiano raggiunsero l'esercito presso a Firenze; il signor Giovanni da Sassatello, per altro nome il Cagnaccio, il quale, come dicemmo di sopra, aveva preso soldo da' Fiorentini, poco curando della fede, s'acconciò, senza render loro i danari presi, non coli' imperadore, come fece dar nome, ma col papa, e condusse da Bologna nel campo, di quattromila eh' egli fare ne doveva, dintorno a tremila soldati, rubando sempre e taglieggiando per dovunque passava quanto poteva. Fabbrizio Maramaldo, non essendo stato nè condotto nè chiamato come gli altri, i quali, sebbene non tiravano soldo, erano nondimeno stati ricerchi di dover venire, se n' andò con forse tremila di quei suoi la maggior parte malandrini non pagati, prima in sul sanese, e poi in su quello di Volterra a predare senza consentimento, anzi contra la voglia di Clemente, ma non già senza consentimento di destino, nè contra la volontà de' fati; conciossiacosaché costui fosse quegli, il quale per la non pensata diede, si può dire, la vittoria al papa. Ramazzotto, il quale, di capo di parte degli uomini della villa di Scaricalasino, si sottoscriveva nelle lettere e patenti sue, tra gli altri onorati titoli, conte di Tossignano, forte uomo essendo ed in gran credito appresso i contadini di quelle montagne, avendo ragunato per commessione di papa Clemente circa tremila tra montanari e masnadieri, prese senz' alcuna fatica, non v' essendo chi le guardasse, Firenzuola e Scarperia; le quali avendo egli rabberciate e rappiastrate un poco, più tosto che fortificate, le tenne sempre; e saccheggiato Gagliano e Barberino e tutte 1' altre castella e ville circunvicine, non usci mai del Mugello, dove non combattendo, ma rubando, e ogni cosa quantunque minima rubata da' sua a buona derrata comperando, e con esso seco a casa sua portandosenela, faceva un gran danno alle strade, ed era di grandissimo impedimento alle vettovaglie ; non curando di perdere vergognosamente nella sua vecchiaia in una guerra sola tutta quella fama e riputazione, ch'egli onoratamente in molte nella sua giovanezza acquistato s'aveva. I Bisogni spagnuoli, de' quali era capo Pietro


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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