Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      86 storia fiorentina. ' [1529]che la maggior parte si muta la domenica mattina colla camicia, le quali oggi si usano increspate da capo e dalle mani, tutti gli altri panni della settimana infino a' guanti, al cintolo ed alla scarsella. E come in -raccontando co tali minuzie, può uno storico molte fiate non esser lodato, cosi talvolta raccontandole può non esser biasimato; il cappuccio nel fare onore o reverenza a qualcuno non si cava mai, se già non fusse uno vescovo, o cardinale; e solo a'magistrati, e cavalieri, o dottori, o canonaci, chinandosi il capo in segno d'umiltà, s'alza alquanto con due dita dinanzi.
      XLVIII. Quanto agi' ingegni, io per me non credo che alcuno nè possa dubitare nò debba, che i Fiorentini se non avanzano tutte 1' altre nazioni, non sieno in quelle cose, dove essi pongono lo studio loro, inferiori ad alcuna; perciocché, oltrachè nella mercatura, sopra la quale in verità è fondata la città di Firenze, e dove suda più che altrove l'industria loro, furono sempre e sono non meno fidati e leali, che grandi e accorti reputati; la pittura, la scultura e 1* architettura, tre nobilissime arti, sono in quell' eccellentissimo grado, nel quale noi essere le veggiamo per opera massimamente e per l'acutezza de' Fiorentini, i quali non pure la loro, ma infinite altrui città hanno fatto e fanno tuttavia, con grandissima gloria e con non picciola utilità di se stessi e della loro patria, belle e adorne. E perchè la paura di dover essere tenuto adulatore non deve ritrarmi dal testificar la verità, ancoraché ella in somma gloria e grandissimo onore dei signori e padroni miei risultare debbia, che le lettere greche con infinito pubblico danno non si spegnessero, e che le latine con infinita pubblica utilità ritornassero in fiore, se ne dee da tutta l'Italia, anzi da tutto il mondo, solamente al gran giudizio ed alla molta liberalità della famiglia de' Medici, sapere il buon grado.
      XLIX. Circa gli animi, io sono al tutto di contrario parere d'alcuni altri, i quali perchè i Fiorentini sono mercatanti, gli tengono non nobili e generosi, ma vili e plebei, dove io all' opposto mi sono meco medesimo molte volte stranamente maravigliato, com'esser possa che in quelli uomini, i quali sono usati per picciolissimo prezzo infino dalla prima fanciullezza loro a portare le balle della lana in guisa di facchini, e le sporte della


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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