Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      72 storia fiorentina. ' [1529]chiano, ma, come dice Giovanni, fra la Via di Calimala e la Piazza d'Orto San Michele, oggi Orsanmichele, dove è il palagio dell' arte della Lana, vicino allo Sdrucciolo di Mercato Nuovo, nel qual luogo nel mezzo di banchi e altre botteghe d'arte di seta convengono e fanno i mercatanti le loro faccende, non lunge alla Piazza de' Signori, alla quale si va per due vie, per quella chiamata Calimaluzza e dal Canto di Vacchereccia, il quale risponde appunto alla porta del palazzo.
      XXXV. È diviso Firenze, come s'è veduto ne' libri dinanzi a questo, in quattro quartieri, ed ogni quartiere in quattro gonfaloni, ed in ogni gonfalone sono ragguagliato dintorno a trentasei famiglie statuali per la maggiore, che sommano in tutto cinquecento settantasei, e tanti vel circa sono i casati fiorentini senza gli artefici, cioè quelli che vanno per la minore, i quali sono d'intorno a dugentoventi. Fa Firenze, senza i sobborghi, vicino a diecimila fuochi; e tante sono le teste, ovvero i capi delle case, che multiplicano a cinque bocche per testa, come ordinariamente si ragiona, tra piccoli e grandi dell' ùn sesso e dell' altro cinquanta migliaia di bocche secolari, senza quelle de' religiosi, che possono essere un ventimila. Ponendo dunque che dentro le mura di Firenze, non contando quelli che vanno e vengono, si trovino in tutto settantamila persone, si viene a logorare ogn'anno, a uno staio per bocca il mese, trentacinquemila moggia di grano, che fanno, a ventiquattro staia per moggio, ottocenquaranta-mila staia, e così ne tocca ogni giorno moggia novantasei, che sono staia duemilatrecento. E per la medesima ragione si logorano in ciascun giorno duemilatrecento barili di vino, i quali in capo all' anno moltiplicano ottocenquaranta migliaia, che fanno a dieci barili per cogno, ottantaquattromila cogni, ragionando sempre cosi indigrosso, perciocché di simili cose non si può sapere per diverse cagioni il particolare a un puntino, ed è forza scriverle non isquisitamente come elle stanno, ma a un dipresso com'elle si credono. Ciascuno staio di grano pesa ordinariamente poco più o poco meno di cinquanta libbre, pendendo piuttosto nel più che nel meno, ed il barile del vino è venti fiaschi, e ciascuno fiasco pesa ordinariamente


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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