Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      56 storia fiorentina. [15-29]si sgorgano in Arno, e le vie rimangono asciutte, senza quel molto fango e poltiglia che nelle più dell' altre l'invernata si ritrova; e massimamente che i venti, ed in specie Borea, chiamato Tramontana, vi possono assai : vero è che la state quelle lastre infocate dal sole ritengono il calore, e lo riverberano di maniera, che i caldi da mezzo giorno fino presso a sera vi sono grandissimi ; la qual noia si fugge agevolmente collo starsi al fresco nelle camere terrene, avendo tutte le case, oltra il pozzo e la volta sotto terra, loro abituri in terreno, non meno belli nè meno ampli di quelli di sopra.
      La prima delle sei porte di qua d'Arno cominciando dall'Euro, e andando da man sinistra verso Borea, si chiamava già, dal nome del ponte che quivi edificare si doveva, la Porta Reale ; poi da un convento de' Frati Minori, che fuora di lei a man stanca si ritrova, fu chiamata la Porta di San Francesco; ultimamente si chiamò, come fa ancora oggi, la Porta alla Giustizia, perchè fuori di essa a mano diritta è il tempio, cioè la chiesa, nella quale i malfattori condennati dalla Giustizia a dover morire si posano, innanzichè vadano a guastarsi ; e poco più oltra a mano stanca è il pratello murato, sopra il quale sono le forche ed il ceppo dove cotali rei dal maestro della giustizia, chiamato il boia, si giustiziano. E questa è piuttosto postierla che porta maestra, non perchè non sia grande e ben murata come l'altre, ma perchè, oltra che non ha borgo, non è di passo; conciosia cosa che per lei non entrino, se non molto di rado, o robe o persone; e fuori di essa a man destra è una bella via, per la quale si va lung'Arno alla casa vecchia di Baccio degli Organi, alle mulina, e alle gualchiere di Rovezzano.
      La seconda si chiamava già da una chiesa di dentro non molto quindi lontana, la Porta di sant'Ambrogio, ovvero la Porta alla Croce a Gorgo, oggi si chiama la Porta alla Croce senz' altro ; fuori di essa è un lunghissimo borgo pieno tutto dall'una parte e dall'altra di case e botteghe con una osteria più che grande, e dalla mano sinistra al cominciar del borgo è la chiesa di Santa Candida, e fuori di esso presso alla fine alla medesima mano, il munistero di San Salvi de'Frati di Valembrosa ; lunge a due miglia per la via diritta è il borgo


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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