Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      libro nono.
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      dati di Siila, è ripresa, e giustamente, da messer Raffaello MafTei Volterrano, nel quinto libro de' suoi Comentari Urbani, dicendo, essere ben vero che ella sia colonia de'Romani, ma non già edificata da'soldati di Siila; perciò che in un libro che venne in luce al suo tempo, nel quale si trattava delle Colonie, si trovavano scritte queste proprie parole formali: C. Ccesaris, et M. Antonii, et M. Lepidi colonia fiorentina de-ducta a III viris, adsignata lege lulia Centurice Ccesariance in iugera per cardines et decumanos : termini rotundi pedales, et distans a se pedes MMCCCC; ed allega Lorenzo Valla, il quale in una delle sue pistole tiene la medesima oppenione.
      Niccolò Machiavelli nel principio del secondo libro delle sue Storie giudica, che la cagione delle prime edificazioni di Firenze fussero i mercati, i quali non sopra il poggio di Fiesole, ma per più comodità di chi andava e veniva, nel piano si facessero; le quali edificazioni ridotte col tempo in forma d'una terra, si chiamò Villa Arnina; e che a Fiesole furono mandate colonie, le quali o tutte o parte posarono l'abitazioni loro nel piano presso alla già cominciata terra, tal che per quest' augumento si ridusse quel luogo tanto pieno d'edilìzi e d'uomini e d'ogn' altro ordine civile, che si potette annoverare intra le città d'Italia. Non crede già che ella fusse mai chiamata Fluentia, ma sempre Florentia, e vuole che '1 vocabolo Fluentini appresso Plinio sia corrotto, dovendo dire Fiorentini, come si legge nella fine del primo libro di Cornelio Tacito quando dice: Actum deinde in senatu ab Arrun-tio et Atejo, an ob moderandas Tiberis exundationes verte-rentur flumina et lacus per quos augescit. Auditceque munici-piorum et coloniarum legationes, orantibus Florentinis ne Clanis solito alveo demotus in amnem Arnum transferretur, idque ipsis perniciem ad ferrei, cioè: Si trattò dipoi nel senato da Arunzio e da Ateio, se per moderare le piene del Tevere, acciocché egli non isboccasse, si dovessono rivolgere i fiumi ed i laghi, mediante i quali egli cresce j e furono ascoltate 1' ambascerie de' municipii e delle colonie, pregando i Fiorentini che la Chiana rimovendosi dal suo letto solito, non si facesse straboccare in Arno, il che sarebbe l'ultima rovina loro.
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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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