Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      38 storia fiorentina. [15-29]cioè digressione; e non solo descrivere diligentemente il sito di Firenze con buona parte del contado e distretto suo; ma ancora la potenza, l'entrate, le spese, i costumi e gli abiti in quel tempo de' Fiorentini, senza la cognizione delle quali particolarità è del tutto impossibile, che molte di quelle cose che dette si sono, e moltissime di quelle che a dire s'hanno, intendere si possano. E se a chi che sia paresse che io quelle cose narrassi, le quali oggidì sono alla maggior parte* notissime, o tanto piccole, che non meritino che di loro si favelli; ricordisi l'intendimento nostro non essere di voler scrivere solamente a'Fiorentini, nè per quegli soli che al presente vivono; per non dir nulla che le cose notissime, mentre che nessuno, pensando che debbiano essere notissime sempre, e perchè non arrecano gloria a chi le descrive, non ne fa menzione alcuna, divengono col tempo più incognite di tutte l'altre, come si vede nell' erbe, nelle monete e negli abiti cosi de' Greci, come de' Romani; e niuna cosa è tanto piccola in una repubblica grande, della quale, solo che possa ad alcuna cosa o giovare o dilettare, non si debbia conto tenere. Ora perchè io debbo descrivere Firenze, non quale egli fu già, nè quale egli è ora, ma come stava in quei tempi quando lo Stato si mutò (onde ha il suo vero principio la storia nostra), cioè dintorno al mille cinquecento ventisette; però io non come al presente, ma come se in quel tempo fussimo, quasi sempre ragionerò. E se alcuno si maravigliasse che io in alcune cose, e spezialmente nelle misure, dalle cronache di Giovanni Villani, uomo assai semplice e idiota, ma fedelissimo però e diligentissimo scrittore delle gesta de' Fiorentini, discordassi, sappia che i libri suoi, non pure quegli che sono infin qui stampati, ma eziandio gli scritti a penna, sono per tutto in moltissimi luoghi manifestamente scorretti, e spezialmente in quello, dove egli la misura di Firenze del terzo cerchio descrive e dichiara; come potrà conoscere per se stesso ciascuno che vorrà farne, come ho fatto io, diligentissimamente la prova. E perchè può ognuno che vuole quello vedere che ne scrisse Giovanni nel tempo suo, a me è paruto di dover seguitare, più che alcun altro, Niccolò scultore, chiamato il Tribolo, e Benvenuto di Lorenzo dalla Golpaia, dueelevatis-


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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