Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      dati spagnuoli: per la qual cosa, e perchè quel luogo era minore della grandezza del duca, cominciarono i Sanesi a sospettare, non egli per opera d'Oranges con qualche segreta intelligenza accettato l'avesse; e tanto più, perchè s'era sparsa una voce, che il viceré voleva fare residenza in Siena, e tutte quivi le sue faccende spedire; dalla qual voce mossi i Sanesi, gli mandarono ambasciadore messer Filippo Sergardi (il quale fu poi decano della camera apostolica) che vedesse per ogni modo di doverlo svolgere da quel pensiero, e dissuadergli cotal venuta. Accrebbe il sospetto, che il duca entrato in Balia, dimandò per parte d'Oranges artiglieria, munizione e vettovaglie, non ostante che le medesime cose avesse chieste poco avanti messer Giovanni Zagar spa-gnuolo, mandatovi a quest' effetto dal principe, e quivi per sollecitarle fermatosi; e poco di poi passando per quindi monsignore di Bauri; il quale per mezzo dèi viceré aveva tolta quei dì la figliuola del signor Marcantonio Colonna per donna, ancoraché il signor Vespasiano non pareva che di cotal parentado si contentasse; chiese nel medesimo nome tutte le cose sopraddette, e di più dumila guastatori; le quali cose i Sanesi, stando in su'generali, non negavano e non concedevano, dicendo eh' erano prestissimi a concederle di buona voglia tutte quante,.ma che non n' aveano nessuna; e ciò facevano più per l'odio che portavano a papa Clemente, che per non incomodare i Fiorentini ; a' quali se bene avevano dato sempre buone parole, nondimeno tosto che intesero il papa esser deliberato di muover la guerra, e i Fiorentini d'aspettarla, cominciarono a dire per le logge e su per le piazze, che oramai bisognava che l'ambasciador fiorentino stésse altrove che in Siena, e che non andrebbe molto che Colle e San Giminiano sarebbero i loro; e con gran fatica si tenevano di non iscorrere in sul Fiorentino a depredarlo ; ma il cardinale e alcuni altri della Balia, i quali avevano miglior mente, s'ingegnavano di ritenergli quanto potevano. Ed erano tant' oltra procedute le discordie tra gli uomini nobili ed i plebei, i quali erano tutti mal soddisfatti, ma non già tutti d'accordo, che poco innanzi s'erano trovate per le strade, chiunche la notte gittate l'avesse, dimolte e


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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