Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      24 storia fiorentina. [15-29]Piero Guicciardini, perchè significasse al duca Alfonso in nome de' signori Dieci, come loro signorie volevano, che don Ercole suo primogenito, loro capitano generale, si mettesse a ordine per dovere cavalcare, e gli mandarono tremilacinquecento ducati, i quali erano obbligati a pagargli per soldare mille fanti per guardia della persona sua, ogni volta che a riquisizione loro cavalcasse. Accettò il duca i danari, mostrando di voler fare i mille fanti perchè don Ercole partisse; ma poco di poi sdimenticatosi di quello che detto avea quando si trattava la condotta, cioè che venendo il bisogno, non solo farebbe cavalcare il figliuolo, ma eziandio cavalcherebbe egli stesso, e non ostante quello eh' aveva più volte scritto a Vinegia ed in altri luoghi, che don Ercole sarebbe prestissimo a cavalcare, qualunche volta gli fusse accennato non che comandato da' suoi signori, e finalmente contra la fede data e i patti giurati, allegando non meno vane che varie scuse, non volle, o dubitando del papa, o per non dispiacere a Cesare, o per qualunque altra cagione, mandare il figliuolo, nè ristituire i danari presi per mandarlo. Nè gli bastando questo, ricercato poi da Clemente e da Cesare, rivocò da Firenze messer Alessandro Guerrini suo oratore e poco appresso concedette artiglieria al papa, e mandò dumila guastatori sotto Firenze nel campo imperiale. I Fiorentini, intesa cotal novella e trovandosi nel loro maggior bisogno privati del lor capitano generale, si querelarono molto d'atto si brutto e inaspettato; e pieni di giustissimo sdegno, commisero a Iacopo che gli disdicesse la condotta, cioè che non accettavano il beneplacito del secondo anno; intendendo però, che i suoi cavalli servissono tutto quel tempo che restava dell' anno primo, come erano obbligati. E cosi i Fiorentini si trovarono ingannati e traditi, primieramente da Francesco re di Francia, col quale s'erano collegati, e per la cui cagione erano principalmente * tanto odiati e tanto perseguitati da Cesare, il quale non si doleva nè rimproverava loro altro, se non che avevano mandato le loro genti a Lutrech in favore del re di Francia, per tórre a lui Napoli e privarlo di tutto il Regno ; e secondariamente da Alfonso duca di Ferrara; dico segnalatamente dal duca e non dal figliuolo, perchè, senzachè il duca e non il figliuolo, il


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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