Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      storia fiorentina.
      [15-29]tosissima gazzarra, per lo continovo rimbombo che facevano quasi a gara rispondendole tutti que'liti; la quale fornita, Cesare montò a cavallo sopra una bellissima mula, la quale la Signoria, perchè malamente si può andar per Genova su cavagli, apparecchiata gli aveva, guernita in molto ricca maniera d'oro e d'argento, con una covertina di broccato che le dava insino a' piedi, e quasi toccava terra; lo staffiere il quale gli le presentò fu messer Pagolbatista de Iudicibus, giovane bello e grazioso a maraviglia, ed il ragazzo suo messer Giovambatista Fornari, vestito tutto di raso bianco in un abito leggiadrissimo e vago molto. Salito che fu Cesare a cavallo, fu coperto d'un ricco e adorno baldacchino, e andandogli dinanzi uno collo stocco ignudo in mano, s'inviò a lento passo, favellando sempre col principe d'Oria, il quale dalla mano sinistra gli andava, siccome tutti gli altri, eccetto il gran cancelliere e un vescovo solo, riverentemente a piè, verso la chiesa maggiore; e di quindi fatte le debite cirimonie , al palazzo della Signoria per sua abitazione ordinatogli.1 E perchè nel tórgli, secondo una cosi fatta usanza, tosto che fu smontato, la mula, e stracciare anzi strappare in mille brandegli il baldacchino, nacque una gran contesa e poco mancò che non si venisse alle mani e all' armi ; il principe, ancor che vecchio, vi salse su egli, e volle che fusse della guardia di Cesare, i quali erano lanzichinetti. Nè voglio non raccontare il modo e F ordine che tennero a spesare e intrattenere l'imperadore, avendo deputato quattro gentiluomini fermi, la cura de' quali era di dover provvedere a tutte le bisogne, ornamenti e piaceri di Cesare; imbossolarono, cioè a modo nostro imborsarono, i nomi di trecento de' primi e più ricchi cittadini della terra, e ogni giorno si traevano dieci a sorte, i quali, servendone il pubblico, pagavano cento scudi d'oro per ciascuno alli quattro deputati; e quel di toccava a loro la briga e l'onore di trattenere Cesare.
      XI. Non fu prima sbarcato in Genova Cesare, ch'egli scrisse r arrivo suo a papa Clemente di sua mano propria in lingua spagnuola, e quanto gli era stato caro il vedere non pure il duca Alessandro, il quale egli amaya non solamente come
      4 Cosi il Cod. Rinucc ; gli stampati, donatogli.


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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