Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      14 storia fiorentina. [15-29]porre a ripentaglio la riputazione dell' Imperio, andando in una tanto e tale provincia, dove egli mai più stato non era, e nella quale oltra i Vineziani, il duca di Melano, i Fiorentini e Ferrara, i quali gli erano tutti apertamente nimici, aveva infiniti, che per le tante e cosi enormi e atroci ingiurie e scelleratezze usate in Roma, in Melano ed in tanti altri luoghi, parte dall' avarizia, e parte dalla crudeltà dei ministri e soldati suoi, r odiavano mortalmente; ed anco non era da stimare, che il papa, cui egli aveva della potenza e grandezza sua spogliare voluto, avesse caro di vederlo grande e potente; senzachè egli di dover perdere il regno di Navarra grandissimo rischio portava, stando tuttavia i Franzesi in ordine, ed il principe di Labric per affrontarlo: per non dir nulla, che le cose della Lamagna rimanevano, rispetto alle grandi dissensioni e discordie fra i Cattolici ed i Protestanti, in non picciola confusione e pericolo. A queste cose s'aggiugneva, che Solimano imperadore de' Turchi era di già con innumerabile esercito d' uomini e di cavalli d'Andrinopoli uscito, e alla volta dell' Ungheria, ogni cosa rubando e ardendo, se n' andava, con animo di volere non solamente ritornare in stato, e investire di quel regno, altra volta da lui concedutogli, Giovanni Sepusio vaivoda suo tributario, del quale era stato scacciato coli' arme dal re Ferdinando; ma eziandio assalire e prendere Vienna città principale dell'Austria; il che se riuscito gli fusse (come agevolmente poteva), tutta la Cristianità veniva in grande e manifesto pericolo. Laonde non era giudicato consiglio d'uomo prudente lasciare il difender le cose sue proprie per andare ad offendere le altrui, dovendosi servire di quella milizia veterana che egli aveva nella Lombardia e nel regno di Napoli, più tosto per non perdere le città d'Austria, che per acquistare quelle d'Italia. E come non mancarono di quelli che l'accusarono di timidità, dicendo, lui aver ciò fatto per paura di quella cosi grande e cosi poderosa oste del Turco ; cosi si trovarono di coloro, che il partito da lui preso sommamente lodarono; si perchè l'intenzion sua era di voler dare oggimai alcuna requie e risquitto alla misera e tanto tempo in tanti modi afflitta e tormentata Italia, e si perchè alla difesa della città di Vienna, e delle cose


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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