Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      di ciò avvenire gli potesse ; la qual cosa io per me non credo, mosso non da ragione alcuna, ma solamente da conghiettura, per lo essere Francesco Carducci tanto o prudente o astuto, eh' egli o non si sarebbe messo a una simile impresa, o r arebbe a miglior fine condotta : pure, o vera o falsa che si fusse r accusa, il gonfaloniere o a ragione a o torto vi mise dell' onor suo; perchè Alamanno, oltra l'essere nobile, animoso, di bella presenza e di buon parlare, e di più che comunale cervello, era principal capo della setta del Cappone contra gli Adirati; e questo è quello che faceva credere alla brigata, che il gonfaloniere per volerselo levare dinanzi l'avesse fatto accusare egli.
      VI. In questo tempo essendo, o più tosto volendo essere malato, Raffaello Girolami, commessario generale sopra i soldati della republica fiorentina, chiese licenzia di potersene tornare a Firenze, e l'ottenne; ed in suo scambio fu mandato Tommaso Soderini, il quale parti agli venti di luglio, e menò seco Antonio Canigiani suo genero, e Francesco Ferrucci, come uomo suffiziente, ed allievo di casa loro. E perchè la moltitudine e varietà delle leggi generava nel creare e mandar fuora gli ambasciadori ed i commessari dificultà e confusione, si vinse a gli ventitre nel Consiglio maggiore una provvisione del modo che si dovessino eleggere ; nella quale trall' altre cose si disponeva, che nessuno il quale fusse stato eletto o ambasciadore o commessario potesse, per non andare, allegare privilegio nessuno, se non quello dell'età; cioè che chi dovesse andar fuora d'Italia e avesse settanta anni forniti, potesse rifiutare; non poteva già essere nominato alcuno per andare a partito, il quale fusse minore di trenta anni; e a chiunche era eletto e vinto, si concedeva il potere ricorrere fra quattro giorni per l'assoluzione a' Signori e Collegi ; la quale assoluzione si dovea ottenere almen® per trentadue fave nere. Si disponeva ancora, che la Signoria dovesse assegnare il tempo del suo partire a ciascuno ambasciadore o commessario, e non lo assegnando la Signoria, la legge gli assegnava ella un mese; il qual tempo assegnato o dalla Signoria o dalla legge, si poteva prorogare da' Signori una o più volte ; ma non già per più di quindici giorni per volta. Disponevasi


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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