Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      10 storia fiorentina. [15-29]gli avesse, mostrerebbe a'collegati, ed in spezie a'Fiorentini, quanto gli fossero a quore le cose loro: i quali tutto che si pascessero in qualche parte di cosi vane speranze, non perciò mancavano di provvedersi e prepararsi alla guerra; ed il gonfaloniere, come uomo ardito e sagace, o non avea o fingeva di non aver paura, e a tutte le cose dove poteva e bisognava, poneva con sommissima cura e diligenza l'animo e le mani : e contuttociò era cominciato a venire in disgrazia non solamente de' Grandi, i quali per lo essere egli non nobile, non pareva che sofferire il potessono, ma ancora de'Mezzani e de'Mi-nuali, ed in somma della maggior parte dell' universale; perciò che pareva loro, che egli cercasse, benché dissimulatamente, d'acquistarsi la grazia e la benivolenza della parte fratesca e della pallesca, per non uscire di palazzo; ed anche un caso eh' era seguito, gli aveva concitato appresso non pochi non piccolo carico, il qual fu questo.
      V. Giorgio Rinieri trovandosi a Pisa in casa del commessario Francesco, chiamato Ceccotto, Tosinghi, riferì come Alamanno de' Pazzi venuto in collera seco nel ragionare, come si fa, gli aveva detto queste proprie parole : se tu ti sarai trovato a cavar del -palazzo il Cappone, io sarò uomo per trovarmi a ogni modo a cavarne il Carduccio. Dipoi l'accusò al magistrato degli Otto. Comparse all' ufizio Alamanno, ed arditamente negò la querela, affermando se aver solamente detto : voi doverrete pur ora contentarvi, non avendo più cagione d'aver tanti sospetti per conto del gonfaloniere: e perchè non v' erano testimoni, bisognava per ritrovare la verità venire al cimento, e che Giorgio stesse alla ripruova con Alamanno; la qual cosa Giorgio, essendo egli vecchio e debole, e Alamanno, giovane e gagliardo, non volle fare, e più tosto che toccare della fune, o essere altramente martoriato, confessò d'aver franteso: onde fu come falso accusatore confinato, e Alamanno assoluto. Ora egli non solamente si bucinò, ma si disse apertamente ciò essere stata opera del gonfaloniere, il quale per darsi credito e riputazione, e metter di sè terrore nella gente, e per procedere, se questa riuscita gli fusse, più avanti, aveva messo su e imbecherato Giorgio, che l'accusasse, promettendogli di doverlo cavare d'ogni danno e pena che


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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