Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      426 storia fiorentinada tutte quelle pene e pregiudizi, ne'quali per quella giovinezza o incontinenza umana potesse in qualunque modo, o per qual si voglia cagione esser caduto ed incorso. E non ostante alcuna di queste cose i signori Veneziani contra la constituzione che hanno , di non concedere la gentilizia a'bastardi, (quasi volessero verificare le parole di messer Giovanni Boccaccio, nel suo Decamerone , di quella città ) fecero il signo-Pier Luigi da Farnese, figliuolo di papa Paolo III, con tutti i suoi discendenti gentiluomo della repubblica loro; e il padre, donatogli in più volte Castro, Nepi, Mofitaldo ed alcune altre terre, lo fece ed intitolò duca di Castro. E sebbene io so che queste, ed altre cose somiglianti dette da me liberamente , potrebbero un dì esser cagione, per la grandezza di coloro a cui toccano, che il leggere queste Storie fosse sotto gravissime censure proibito -, io so anche, oltre a quello che scrive in due luoghi Cornelio Tacito, che l'ufizio d'uno storico è , senza rispetto alcuno di persona veruna, preporre la verità a tutte le cose, eziandio che seguire ne li dovesse o danno o vergogna.
      FINE.
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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