Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      e cortesia chiese umanamente licenza da tulli, e gii confortò a dovere stare d' accordo tra di loro; raccomandò affettuosamente a'cittadini il signor Cosimo , ed il signor Cosimo pregò strettamente, che volesse accarezzare ed avere per raccomandati i cittadini ; promesse che farebbe appresso la maestà dell' imperadore suo padre e signore tutte quelle buone relazioni ed ufizi che ella sapesse e potesse maggiori, cosi in raccomandazione de' cittadini e della città , come in favore ed onore del signor Cosimo ; il quale, perchè ella aveva modestamente ricordato , che sarebbe stato bene riunir la città e rimetter gli usciti , volle che in presenza di lei, anziché si partissino , si rinnovasse il partilo fatto altra volta da sua signoria alli trenta di gennaio, perdonando di nuovo a tutti tutto quello che dal di della sua elezione infino a quel giorno aves-sino in qualunque modo e per qualunque cagione , o in detti o in fatti, o in biasimo o in danno , o di sè o della città macchinato ; sicché potesse ritornarsene liberamente e goder la patria ed i beni suoi senza pregiudizio nessuno , chiunque volesse. Ma pochi furono coloro, anzi pochissimi , i quali colai grazia e benefizio , per le cagioni che appresso si diranno, accettare volessino; le quali cagioni fecero ancora, che madama, la quale, agli dieci di luglio per ritornarsene nella Spagna all'im-peradore suo padre, era alloggiala in Prato, si Irasferi con gran fretta accompagnata dal cardinal Cibo ad Empoli per ricoverarsi in Pisa, e quivi come in ciltà più sicura, stare a veder tanto quanto penasse quella tempesta, che sopraslava, a passare ; la quale durò assai meno, ed ebbe molto diverso fine da quello che generaimenle non si pensava.
      È adunque da sapere che Filippo Strozzi, sollecitato dalla continua improntitudine de' Franzesi, i quali , essendo al disotto nel Piemonte, volevano tenere impegnate e divise-le forze dell'imperadore; stimolato dai conforti del cardinal Salviati, il quale non voleva venire in sospetto del re cristianissimo ; spronato non meno dalle minacce, che spinto da i « preghi di Piero suo figliuolo , il quale ardeva d' ammendare la vergognaricevuta a Sestino ; pregalo da Baccio, il quale era lanto condono al verde , che non aveva più da sostentare sè, non che altri; importunato dalle continue querimonie de' fuoruscili, i quali bisognosi di tulle le cose si lamentavano tutto il giorno , che per lui restasse che non ritornavano in Firenze ; sforzalo ultimamente dalla necessità de' fati, a cui resistere nè forza nè prudenza umana non bastano; si dispose alla per fine, che si movesse guerra aperta a Firenze, e per questa cagione fece pagare alP oratore franzese in Venezia ventimila scudi con questa involtura : finse il duca di Ferrara di prestare a monsignore Benedetto Accolti cardinale di Ravenna ventimila fiorini d' oro affinchè potesse soddi-
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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