Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      414 storia fiorentinaSi fon le alti ventitré, essendosi ragunali i quarantotto eoi signor Cosimo, si dolse prima grandemente della morte del duca Alessandro, poi grandemente sr rallegrò dell'assunzione del signor Cosimo; scusossi del non aver fatto prima questo ufizio , perchè aveva giudicato doversi innanzi trailo intender qual fosse l'animo de' fuorusciti, a'quali, poiché non eran ritornati col mandato, nè avevano scritto cosa nessuna, non s'arebhe più rispetto veruno. Fu commessa la risposta a messer Matteo Niccolini, il quale rittosi in piè disse: « Che quella cittadinanza e consfglio avea eletto il signor Cosimo , sì per la salute della città, e si per ubhedire a quanto avea disposto e ordinato la cesarea maestà nell* Indulto e Privilegio del duca Alessandro, e che per conservare quella città alla devozione di lei, avevano speso e sempre spendercb-!>ono senza risparmio nessuno. Quanto alle cose dello stato, perchè si potesse negoziare più al ristretto, e con maggior comodità, elegge-rebbono sei uomini »; i quali furono questi: messer Matteo Niccolini , inesser Francesco Guicciardini , Roberto Acciaiuoli , Francesco Vettori , Matteo Strozzi e Giovanni Corsi, tulti del consiglio segreto, da Giovanni Corsi in fuora, e di più Ottaviano de' Medici eletto dal duca Cosimo.
      Egli non si potrebbe nè dire, nè credere quanta diversità trovasse Si-fonte negli animi de'cittadini, e quelli stessi che pur dianzi avevano palesemente favorito ed innalzalo Cosimo, 1' andavano allora occultamente disfavorendo e abbassando, mettendo avanti chi nuove maniere di reggimento , e chi nuove condizioni nel reggere ; nè si vergognò Domenico Canigiani (qualunque cagione a ciò fare il muovesse) dirli, ma colle solite disoneste parole, che di quarantotto che essi erano , n'erano qua-rantasette uomini cffemminati ed impudichi ; giudiciodo per avventura, vome suole avvenire le più-volte, gli altrui vizi da'suoi medesimi. Di già aveva scritto l'imperadore, e fatto scrivere agli ambasciadori del duca, che il conte verrebbe coli'ordine ch'ei venne; laonde il conte veduto tanta varietà e instabilità di cervelli, esappiendo che le pratiche tra i Franzesi e i fuoruscili, sollecitando ciò il re, s'andavano tuttavia restringendoci risolvette che il principato di Cosimo più facesse a benefizio di sua maestà , che alcuno altro governo, e perciò aiti ventuno di giugno per P aa-torilà concessali amplissima da lei, come appare nel Privilegio dell'ultimo giorno di febbraio, dichiarò : ■ Che '1 principato della città di Firenze fosse ricaduto e s' appartenesse al signor Cosimo figliuolo del signor Giovauni de'Medici , come più prossimo e di maggior età che alenilo altro di della casa, e a tulti i suoi figliuoli, eredi e successori di scendenti legittimamente dal corpo suo; » e così avendo privato Lorenzo di Pierfrancesco come ribello e traditore di sua maestà , per Io par-
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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