Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO QUINDICESIMO 403
      Bigordi, Francesco del Tessitore chiamato Cecchino Strozzi, Giuliano Salviati, Gualtcrolto Strozzi, Guglielmo, chiamato Memmo, Martini, Iacopo Pucci, Ivo Bilioni, Lorenzo de1 Libri chiamato Talloncino, Lodovico, chiamato Vico, de'Nobili, Niccolò Strozzi, Sandrino da Fili-caia, Spagnuoletto Niccolini e Tommaso Alamanni. Quegli dal Borgo non passavano trenta, e tra questi, Francesco Scuccola, Meo del Mattana, Luchino Dori, Girolamo Norchia, Santi del Pellicciaio, Conte di Bernardino d'Alessandro, Simone fratello del capitano Cesarino, il Ba-rosa Mazzalupo, Quattrino, il Màzzerino e Conte suo fratello. Costui si ritrovava fuor del Borgo, perchè alla novella della morte del duca Alessandro aveva messo un marzocco sul pergamo della sua chiesa acconcio e atteggiato in guisa, che pareva volesse predicare. Messer Piero s'avviò innanzi, e Ceccone come un poco di retroguardia, rimase addietro con una parte di cavalli, cioè di fuornsciti, perchè altri cavalli, non v'erano, e con alquanti soldati, i quali ingrossavano tuttavia, perchè da Faenza, da Imola e da Furli , e d'altri luoghi circonvicini ne compariva qualcuno, perchè a tutti si diceva., che si darebbe danari, e a nessuno se ne dava ; e con tutto che non si facesse danno nessuno nè a Meldola, nè a Mercato Saracino, nè alla Perticala, nè alla Fornace, donde si passò, nondimeno quando si giunse alla Cicognaia non si trovò nè uomo, nè cosa nessuna} onde si prese la via da Monte Fortino, nel qual luogo fu senza costo dato loro da bere e da mangiare. Infin qui s' era cavalcato continuamente senza rinfrescar mai nè i cavalli, nè le persone , e ciò non tanto per sollecitudine di non perder tempo ed arrivar più tosto, quanto perchè fra tutti i fuoruscili non si trovavano ( cosa da non doversi credere ) tanti danari, che fussero per una colazione sola stati bastanti. La domenica sera nel passar l'Alpi s'arrivò ad un luogo presso a Lamole nel ducato d' Urbino, chiamalo il Palazzo de'Mucci, dove la maggior parte così de1 cavalli, come de'fanti si restarono per la stanchezza; gli altri, che potevano essere un sessanta tra cavalli e pedoni, si condussero circa alle quattr'ore di notte alla Serra e a Monte Carelli , villa vicina del Borgo in due miglia, d'onde non avendo tolto altro che pane per mangiare , se n' andarono cheti cheti presso al Borgo a un mezzo miglio.
      Ma innanzichè io proceda più oltre , bisogna sapere che il duca Cosimo era stato più giorni innanzi avvisalo da diverse persone di vari luoghi, cosi per ambasciate come per lettere di tutlo quello che disegnavano i fuoruscili, e il dì medesimo che il Rondinello favellò con Filippo , fu scritto a sua eccellenza, si da altri, sì da Bernardo Pichi dal Borgo; ben è vero ch'essi credevano ch'egli avesse parlato non con Filippo Valori, come aveva, ma con Ceccone de' Pazzi, e chi con Ber-
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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Francesco Tessitore Cecchino Strozzi Giuliano Salviati Gualtcrolto Strozzi Guglielmo Memmo Martini Iacopo Pucci Ivo Bilioni Lorenzo Libri Talloncino Lodovico Vico Nobili Niccol Strozzi Sandrino Fili-caia Spagnuoletto Niccolini Tommaso Alamanni Borgo Francesco Scuccola Meo Mattana Luchino Dori Girolamo Norchia Santi Pellicciaio Conte Bernardino Alessandro Simone Cesarino Ba-rosa Mazzalupo Quattrino Conte Borgo Alessandro Piero Ceccone Faenza Imola Furli Meldola Mercato Saracino Perticala Fornace Cicognaia Monte Fortino Alpi Lamole Urbino Palazzo Mucci Serra Monte Carelli Borgo Borgo Cosimo Rondinello Filippo Bernardo Pichi Borgo Filippo Valori Ceccone Pazzi Ber- Qle Messer