Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO QUINDICESIMO 575
      più; onde parte per fuggire nuova guerra, ricordandosi degli stenti patiti e pericoli corsi nella passata, parte per seguitare chi l'amico e eh' il parente, e parte per isperanza di cose nuove , le quali riescono bene spesso peggiori delle vecchie , si fuggivano molti di Firenze, e tanto più, che tutta la parte del Frate, e non pochi degli altri portavano ferma oppenione, e lo dicevano apertamente per cosa certa, che il principato di Cosimo s'avesse in brevissimo tempo a risolvere. Fra quegli che vennero a Bologna furono i primi Francesco e Filippo Valori, Piero e Averardo Salviati, e Filippo suo figliuolo; dove Cosimo aveva mandato Iacopo di Chiarissimo de1 Medici più per ragionar d' accordo che per farlo. Vennevi ancora Filippo de' Nerli infingendosi malcontento della signoria di Cosimo , quasi preponesse la libertà al parentado ; ma i fuoruscili, dubitando di quello che era, non si fidavano, come scrive egli medesimo, di lui ; pur egli tornandosi con Salviati suo cognato, e trattenendosi con Filippo e con gli altri , avvisava di per di con una ci-fera di figure d' abbaco, fatta a guisa d' una muta di regoli , tutto quello che egli o dal cardinale o da altri poteva spillare. Il qual cardinale , non gli piacendo i modi di Piero , ed essendogli dispiaciuta la gita di Castrocaro , per fuggir quanto poteva la conversazione de' fuorusciti , che tutto 'I giorno lo stimolavano, s'andava diportando ora a Sabbioncello, ora a Bevolenza, ed ora a San Bartolo , e ora a Con-trapò ville del suo vescovado vicine a Ferrara , ne' qua' luoghi non fa-ceva , nè diceva cosa alcuna, la quale non fusse o scritta per lettere, o riferita da' messaggeri al duca Cosimo.
      Nè sia nessuno che si maravigli che io dica sempre Cosimo, e non mai lo stato , o i quarantotto, nè i consiglieri ; perciocché non lo stalo , nè i quarantotto , nè i consiglieri principalmente, ma Cosimo solo governava il tutto, nè si diceva o faceva cosa alcuna, nè così grande nè tanto piccola , alia quale egli non desse il sì o il no. Il che io ho voluto testificare in questo principio, si per non avere a replicarlo più volte, e si perchè fuora non solo si diceva , ma si credeva tutto '1 contrario, lui esser governato in tutto e per tutto, non pure dal Campano , ma dalla madre e dal maestro. Era madonna Maria sua madre, che si chiamava poi la Signora , donna prudente e di vita esemplare, e come ella per se medesima non s' innalzava sopra il grado suo, così non voleva esserne abbassata da altri, e brevemente , dependendo la grandezza sua dalla grandezza del figliuolo , si contentava di quelle grazie che egli, il quale le era nelle cose che non concernevano lo stato ossequentisssimo , le concedeva. Ser Pierfrancesco Ricci da Prato suo maestro, il quale innanzichè fusse maiordomo, si chiamava dal duca il Prete e dagli altri Messpre, aveva o per natura o per accidente,
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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