Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      398 STORIA FIORENTINAma mentre ne lo menavano preso, avendo egli gridato Arme,.-Arme, usciron fuora quegli armali, e col proposto della terra, e altri da Furti , non solo il tolsero di mano a' birri, ma andarono insieme con lui per veder di sforzare e pigliare il palazzo, e di già saliti in sul tetto avevan cominciato a entrarvi; ma il capitano della fortezza, il quale era Giuliano di Matteo Bartoli, sentito questo romore, e inteso ciò che era, volte l'artiglierie al palazzo, cominciò a trarre di maniera, clic furon costretti a lasciar l'impresa, la quale era pericolosa e di grandissima importanza : perciocché la notte essendo ito il figliuolo d'Achille a Furli, comparsero in aiuto suo nuove genti sotto il capitano Andrea di ser Ugo infin colle scale, e rotto per forza un muro, entrarono in Castrocaro; ma trovalo il comrnessario provveduto, ed il castellano preparato, presero parlilo di partirsene. Mentre si facevano queste cose, un figliuolo di messer Francesco degli Asti corse da Furli a Bologna, e credendo esser vero quello eh' egli arebbe voluto che fosse, come occorre molte volte, riferì a messer Piero, come Achille aveva Castrocaro in sua balia. Messer Piero, che attendendo il seguito stava sull'ali, si mosse subito con una banda di cavalli, lasciando agli altri che s* apprestassero per seguitarlo. Ma il figliuolo d'Achille, mentre erano per via, gli fece sapere che non andasse più oltre., perchè Castrocaro, on-d' essi erano stali forzali a partirsi, era tutto in arme. Messer Piero, veggendo che quest'impresa , la quale era slata la prima, non aveva sortito effetto, non senza sdegno, e dolendosi della fortuna, diè volta a dietro ; e perchè l' universale di Castrocaro era anzi freddo che no, sebbene alcuni particolari si mostravano caldissimi in favor dello stato nuovo di Firenze , vi si mandò per commessione del duca , oltre al capitano Matteo dalla Pieve con tutta la sua compagnia, il capitano Antonio de'Mozzi con cinquanta fanti, ed il capitan Corbizzo di quel luogo con altrettanti.
      Era fama in Firenze, nata prima dalle voci e dalle lettere de' fuoruscili, le cui speranze sono sempre verdissime, e di poi da' parenti e dagli amici loro , e dagli affezionati alla parte non solo creduta per vera, come si sperano il più delle volte quelle cose che si desiderano, ma eziandio accresciuta e confermata per certissima , che il re Francesco dovesse tantosto aver messo insieme un grosso esercito per levar la signoria a Cosimo, e rimettere Firenze in libertà; il che pareva anco verisimile , non tanto per iscaucellare parte di quel biasimo il qual se gii dava d' averla nel trenta così apertamente abbandonala e tradita, quanto perchè ( non istimandosi ordinariamente cosa nessuna da alcuno, se non gli interessi propri) metteva conto alle cose di sua maestà, le quali nel Piemonte andavano in declinazione ogni giornov^ooQle


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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