Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      382 STORIA FIORENTINAqual era verissima, che i cardinali avevano mandato un trombetto a Cortona e ad alcune altre terre, per farsene padroni, ma da tutte ebbe tristo commiato, dicendo che se vi tornasse più , lo appiccherebbono colla tromba al collo.
      Quando i fuorusciti ^rano tra Montevarchi e Figghine, fu mandalo Filippo de' Nerli cognato del Salviati , perchè disponesse lui a volersi contentare dell' elezione dei nipote, la quale egli diceva che non era per comportar mai, c gli altri a non menar con esso loro alcun fuoruscito. Sapeva il signor Cosimo tutte le pratiche e andamenti de'fuorusci-ti, si per altre vie , sì perchè egli, avendo mandato i cardinali Lorenzo del Vigna con lettere palesi a più cittadini, gli aveva astutamente cavalo di bocca, e poi fattosi dare una istruzione segreta di quanto volevano che si facesse. Ultimamente lo stalo fece loro intendere a buona cera per Iacopo de' Medici, ehe non volevano che nessuno della lor famiglia entrasse in Firenze con arme; e cosi que' di dentro andavano acquistando sempre, e quei di fuora sempre perdendo ; e ciò avveniva perchè gli uni crescevano continuamente di forze, e gli altri continovamente ne scemavano, perciocché gli Spagnuoli s'erano condotti a Cascina , ed i ministri in Italia dello imperadore, i quali non dormivano , non avevano mancato, intesa la morte d'Alessandro , di diligenza nessuna : perchè l'oratore spagnuolo aveva mandato da Roma il signor Camillo Colonna , il quale nel consiglio de' quarantotto , non solo gli confortò animosamente, ma profferse largamente tanti danari e tanti soldati , quanti volevano essi medesimi , ed il marchese del Guasto invialo al signor Cosimo Pirro da Castel di Piero, perchè facesse il medesimo uffizio colle medesime offerte, e di più, per tulto quello che potesse avvenire, si fermasse in Firenze.
      Aveva àncora il papa (non si sa se da sè, o pur pregatone da' cardinali ) mandalo a Firenze monsignor de'Rossi vescovo di Pavia, cognato del signor Alessandro, con due Brevi, uno pubblico indiritto allo stato, e un privato indiritto al signor Alessandro ; il qual signor Alessandro per non dar sospetto non volle accettarlo privalamente. Ragunato adunque il consiglio de' quarantotto , il vescovo, poiché ebbe alla presenza del signor Cosimo presentato il Breve pubblico, favellò brevemente , stando sempre in su' generali, che sua santità, avendo intesa la morte del duca, si doleva, gli confortava, gli offeriva per 1' ufizio della santissima sedia Apostolica, ed altre cose così fatte. Matteo Strozzi , a cui fu commesso, gli rispose generalmente, accettando in nome di tutti, ringraziando, lodando o promettendo. Allora monsignore presentò, com'erano convenuti, il suo Breve al signor Alessandro, ed egli lo diede al cancelliere de1 consiglieri, che lo leggesse forle e volgarmente. La sustanza delv^ooQle


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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