Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      LIBRO QUINDICESIMO 375
      Accadde che in questo mentre fu morto il duca , e la signora Angela de' Rossi da Parma moglie del signore Alessandro, donna d' animo virile , si rifuggì in su que' romori con sue robe e suoi figlinoli nella fortezza ; onde il signore Alessandro quando giunse in Firenze, presa occasione di votemela cavare, fece segretamente favellare al Meldola,ed ilMel-dola convenutosi occultamente con que' soldati da Castello, fece prigione il castellano , apponendoli falsamente, che egli calava la notte sacchetti di danari dalle mura, e che voleva dare la fortezza con tradimento a1 fuorusciti. Inteso questo, il signore Alessandro gli mandò il suo luogotenente, il quale era il signor Otto da Montauto, ed egli con cento ar-cltibusieri gli andò dietro. Il Meldola dopo alcune difficoltà , mosse più per iscusazione di sè che per altro , P accettò dentro, ed il Vitelli, che lo seguiva con que'cento archibusieri, v'entrò anch'egli, e cacciatone con molte minacce e villane parole, come traditore, Pagolantonio, se ne fece padrone, e subito mandò dicendo al signor Cosimo, che mai, scio che ella si mantenesse nella fede e devozione di Carlo V, ad altri che a sua eccellenza nolla darebbe ; ed il medesimo le confermò a parole nella presenza di molti de'più nobili cittadini, offerendole per pegno della sua fede due de'suoi figliuoli, i quali sua eccellenza, mostrando di creder quello che ella non credeva, non volle accettare.
      Ma poco di poi il medesimo signore ( lai sono le fedi di coloro che servono prezzolati ) scrisse all'imperadore, che per maggior sicurtà delle cose di Firenze e sue, era entrato nella fortezza per nome di sua maestà, e ad istanza di quella la teneva e terrebbe infinochè a lei piacesse , nè mai ad altri, fusse chi si volesse, la consegnerebbe, se non a colui che da sua maestà comandato gli fosse. Quest'atto d'avere il signore Alessandro occupalo la fortezza dispiacque stranamente cosi alla maggior parte de'Palleschi, come a tutti i Piagnoni, e fu cagione che per lutto Firenze, tanlo nel di là, quanto nel di qua d'Arno , si levò un gran bolli bolli, e si dubitò che non si corresse a furore di popolo al palazzo de' Medici ^ onde il signor Alessandro , o per questo , o perchè avesse posto l'occhio addosso a tutte le ricchezze di quella casa, fece che madama Margherita, la quale, privata in sì poca età e tanto crudelmente del suo caro ed amatissimo consorte, non faceva dì e notte altro che piangere, si ritirò, ed il cardinale insieme con lei, nella fortezza, e ne portarono seco , non pur le gioie e tulti gli arnesi di più valuta, ma vi condussero ancora tulle le masserizie quantunque vili , ed egli fece poco di poi sgombrar tutta la casa, e portarne via infìno alle panche.
      Ma perchè quella stessa notte che fu morto il duca arrivarono vicino di Genova dintorno a tremila Spagnuoli e due insegne di Tedeschi, lav^ooQle


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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