Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      360 STORIA FIORENTINAalcun romore e calpestio di piedi ; ma nessuno s' era mosso, perchè Lo» renzo a questo line aveva usato più tempo innanzi menare in quella stessa camera di molte brigate, e come fanno i baioni , quasi si azzuf-fósser da vero , correr di qua, di là, gridando : dagli, ammazzalo, traditore , tu m' hai morto, ed altre voci somiglianti. Lorenzo, riposato eh* egli fu , si fece chiamare a Scoronconcolo un suo ragazzo cognominato il Freccia, e gli fece vedere il corpo morto, il quale egli con gran maraviglia ricctaobbe, e fu per gridare. A qual fine Lorenzo si facesse questo non mi disse egli, nè io me lo posso per ine indovinare : parai bene, che da quel punto eh' egli ebbe morto il duca Alessandro , ioti-nochè fu morto egli dopa lant' anni in Vinegia , non solo non gli succedesse, mai (che che se ne fosse la cagione) cosa nessuna prosperamente , ma ancora , che egli non ne facesse alcuna che bene stesse.
      Egli, fattosi dare alcuni pochi danari da Francesco Zeffi suo come maestro di casa, il quale allora in contanti non se ne trovava più, portandosene la chiave della camera seco, s'uscì di casa con Scoronconcolo e col Freccia, e avuta dal vescovo de'Marzi la licenza delle cavalle delle poste, e sotto colore di volersene andare alla sua villa di Cafaggiuolo per vedere Giuliano suo minor fratello, il quale, secondochè fingeva egli cheli avessono scritto , si trovava per alcuni grandissimi dolori colici in fine di morte, se ne andò dirittamente a Bologna, dove si medicò quel dito, il quale rimase segnato per sempre, e a messer Salvestro Aldobrandino il quale era giudice del Torrone, raccontò tutto il fatto; ma egli, pensando che fosse qualche finzione, noi volle credere, e si stette con grand' imprudenza senza fare o dire altro , infinochè arrivò quivi per le poste il cavalier dei Marsili, il quale stando col duca , s'era messo con alcuni altri a correr dietro a Lorenzo, che arrivò a Vinegia il lunedì notte, e con gran fatica fece credere a Filippo, che sotto a quella chiave la qual gli porgeva, era rimasto racchiuso il duca Alessandro sgozzato e morto di più ferite. Finalmente Filippo credendolo l'abbracciò, e chiamatolo il lor Bruto, gli promisse che farebbe che Piero e Ruberto suoi figliuoli prenderebbono per moglie le due sue sorelle, le quali nel vero, e massimamente la maggiore (i), ch'era stata maritata ad Alamanno d'Averardo Salviati , oltra V eccessiva bellezza, avevano ed hanno lutto quello che a gentilissime donne loro pari si richiedeva; e con-forlollo ( avendoli Bindo Altuki, marito d' una sua zia , mandato per le poste cinquecento ducati) a doversene andare per sua maggior sicur-
      (4) Maddalena, che fu poi sposa ii Bubert* ; • Pier* sposò la Land»-mina.
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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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