Storia fiorentina (volume II) di Benedetto Varchi

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      l'accordo che fece sua maestà in Barzaliona , di spendere dugentomila fiorini in un'entrata per madama Margherita sua figliuola naturale, la quale egli aveva promesso al pontefice in queir accordo di dar per donna al duca Alessandro, volendo liberarsi da quest'obbligo , e trarre anche dal duca più danari che poteva, mostrò d'udir molto volentieri le domande de' fuoruscili, e moslrossi più benigno e grato verso loro, che potette, e fece dar lor speranze grandissime da'suoi ministri, per fare in quella maniera ingelosire il duca , e per conseguente più agevol-volmente acconsentire a i desideri suoi, siccome avvenne: perciocché non solamente il duca Alessandro rinunziò a quelP obbligo , il quale noi abbiam detto che lo imperadore avea fatto in Barzellona a papa Clemente, ma egli dotò ancora la figliuola di sua maestà, eh' egli ebbe allora per donna, in altri dugentomila fiorini, i quali provvedde in Firenze Girolamo da Carpi, il quale noi dicemmo di sopra che il duca Alessandro avea poco dinanzi mandalo in Firenze. Ben si credette allora, e si disse per tutta Italia , che la guerra la quale mosse in quel tempo il re Francesco in Piemonle aiutasse assai questa deliberazione di Cesare, non gli parendo a proposilo in un movimento di lauta importanza , di quanto era quel-lo che il re di Francia faceva allora in Italia, correr rischio di far levare un altro romore in Toscana , il che forse sarebbe avvenuto, se sua maestà avesse voluto rimuovere il duca Alessandro dai governo di Firenze : ma si vidde poi finalmente, che l'occasione della guerra del Piemonte aveva servito all' imperadore piuttosto per coprir l'intenzion sua, perchè egli aveva dato tante speranze a i fuoruscili, e tardato tanto tempo a risolversi, che per vera e principal cagione della sentenza che dette. Oltracciò lo sdegno che sua maestà avea allora co' fuoruscili, per 1' aiu-lo grande ch'eglino avevan dato contro a lei a monsignore di Lutrec, generale del re di Francia, nella guerra che fece nel regno di Napoli Panno 1528, mosse anche assai Cesare a far la deliberazione di sopra detta.
      Credeva ancor fermamente lo imperadore, quel che pareva mollo verisimile, che i tre cardinali fiorentini, e quegli altri capi principali de' fuorusciti, non procacciassero di far cacciare il duca Alessandro di Firenze, acciocché ella vivesse in libertà, ma per esserne signori e padroni eglino , se fosse avvenuto che sua maestà avesse rimosso dal governo di Firenze il duca Alessandro ; perchè raccomandandogli un giorno strettissimamente il signor Antonio d' Oria la causa de'fuorusciti fiorentini, Cesare gli rispose : Antonio, tu non la intendi bene, perciocché costoro non vogliono la libertà della lor patria, ma la lor propria grandezza, e vorrebbouo eglino esser signori di Firenze , se npi ne levassimo il duca ; nè a ciò resistere varrebbono gli altri cittadini cheLjOOQle


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Storia fiorentina (volume II)
di Benedetto Varchi
Borroni e Scotti Milano
1846 pagine 476

   

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